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Anche il diavolo ha il suo libro, ha 800 anni e pesa 75 chili

Il Codex Gigas, più comunemente indicato col nome di Bibbia del Diavolo, risale al Medioevo e tramanda una storia capace di far rabbrividire chiunque

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Il mondo nasconde tanti di quei misteri che difficilmente se ne potrebbe fare un elenco esaustivo: tra di essi uno di quelli che maggiormente impegna le menti di una buona parte delle persone è il mistero della fede. Non spiegabile per definizione, si basa sull’atto del credere, opinabile e suscettibile di critiche in quanto tale, ma ben radicato grazie ad una millenaria tradizione nella nostra storia.

Ormai la conoscenza dei diversi libri sacri è cosa se non comune comunque abbastanza alla portata di tutti in un mondo così globalizzato: chi per interessi religiosi, chi per motivi filologici o culturali. Ma se vi dicessimo che esiste una sorta di bibbia che raffigura in maniera unica la figura più demonizzata dal cristianesimo e non? Un testo oscuro e ben poco noto è conservato nella Biblioteca Nazionale di Svezia a Stoccolma e sembra poter incuriosire molti devoti e non solo.

La leggenda dietro la Bibbia del Diavolo

Si tratta del cosiddetto Codex Gigas che contiene al suo interno anche numerosi scritti cristiani: tra cui una copia intera della Vulgata, che divenne la traduzione latina della bibbia adottata ufficialmente dalla Chiesa. Gli storici ritengono che tale manoscritto sia originario del monastero benedettino di Podlažice, in Repubblica Ceca, e risalirebbe ai primi anni del 13° secolo. Il libro con tutte le legature in pelle, finiture in metallo e pagine in pergamena arriva a pesare addirittura 165 kg.

Viene narrata la storia di un monaco del Medioevo che, dopo aver rotto i suoi voti monastici, fu condannato a morte con la disposizione di dover essere murato vivo. In un disperato tentativo di evitare la crudele morte, il monaco promise di scrivere un libro che avrebbe celebrato il monastero e contenuto tutta la conoscenza umana in una sola notte. La sua richiesta fu accettata, ma come la notte si avvicinava, il monaco capì che non sarebbe stato in grado di completare il libro, così decise di chiedere un aiuto speciale.

Un’illuminazione “oscura”

Invece di rivolgersi a Dio in preghiera, però, volse gli occhi verso il basso in direzione di Lucifero, offrendo la sua anima in cambio del lavoro svolto. Il Diavolo, ascoltata la preghiera del monaco e accettata la sua offerta, portò a termine la richiesta. Il condannato ha aggiunto una pagina intera contenente il ritratto del demonio in segno di gratitudine, mentre altre versioni suggeriscono che sia stato il Diavolo in persona a firmarsi.

L’analisi del manoscritto ha portato alla luce che a redigere lo scritto sia stato davvero uno scriba. All’interno di esso pare sia stata rinvenuta una firma che indicherebbe il suo nome, “Hermann inclusis” ossia “Herman il recluso”.  I test per ricreare la calligrafia della Bibbia del Diavolo suggeriscono che ci sarebbero voluti cinque anni  di lavoro senza pausa per finirlo senza contare le illustrazioni e gli ornamenti trovati in tutte le sue pagine. Un’opera assolutamente imponente.

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