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Basket: Venezia giocò una finale scudetto Vittorio Gassman

Era il 1942, tra Reyer e Bruno Mussolini si giocò la finale scudetto di basket. In campo Vittorio Gassman, ma non brillò e ne uscì sconfitto

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I playoff di basket non esistevano ancora, ma quello tra la Reyer di Venezia e la Bruno Mussolini di Roma venne considerato un vero e proprio spareggio per l’assegnazione del tricolore. Era il 1942 e tra le fila dei romani giocava un dicianovenne che presto si sarebbe fatto conoscere all’Italia intera: Vittorio Gassman. In quella partita però, deluse tutte le aspettative.

La palestra più bella del mondo

Il giorno della partita è datato 14 giugno 1942. Le cronache dell’epoca segnalano un gran caldo, ma non solo per il clima estivo. Infatti, la palestra che ospitava “la partita dell’anno” era piena e ribolliva di passione per i tanti tifosi presenti. La stessa palestra veniva considerata tra le più belle del mondo: muri spessi, soffitti alti e si poteva giocare al coperto, una novità per l’epoca. Addirittura le pareti erano state affrescate da Jacopo Sansovino, un vero lusso.

La partita

Il campo da basket fu preso d’assalto dai tifosi. Ancora non c’erano le tribune, per cui le persone si mettevano a bordo campo, unite dall’amore per la pallacanestro. C’erano anche Ezio Loik e Valentino Mazzola, le due stelle del Venezia calcio prima di passare al Grande Torino per vincere e morire insieme nel tragico schianto di Superga. La Reyer Venezia vinse partita (33 a 28) e scudetto. Cosa ripetuta anche l’anno seguente ma che avvenne in modo diverso.

Un giovane Vittorio Gassman

In campo, con la Bruno Mussolini (società intitolata al terzogenito del Duce morto in un incidente aereo), giocava un giovane, un certo Vittorio Gassman. Aveva solo 19 anni e, forse per l’emozione, incappò in una brutta prestazione: 3 punti con 1 su 7 nei tiri liberi. Praticamente non fu quel “Mattatore” che in seguito si fece molto apprezzare da attore, regista, scrittore e sceneggiatore.

Gli eroi della Reyer Venezia

La Reyer chiuse questa storica partita in quattro, a causa dell’uscita per falli di Fagarazzi e dei fratelli Bepi e Sergio Stefanini. Gli altri eroi di quel Settebello (all’epoca i giocatori a referto dovevano essere solo 7) erano De Nardus, Penzo, Garbosi e Montini. L’anno dopo altro scudetto, ma stavolta con un punto in classifica davanti alla Virtus Bologna. Tuttavia, la vittoria in finale contro Vittorio Gassman rimane unica.

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