La capra che ha tenuto in ostaggio un intero paese per 5 giorni

A Pinerolo una capretta ribelle ha tenuto in scacco il paese per un giorno intero, costringendo il Sindaco a chiudere il cimitero del paese

8 Settembre 2017

Una capretta innocente è riuscita a tenere in ostaggio un intero paese per ben 5 giorni. Come? Occupando il cimitero, seminando panico e impedendo le visite. Accade a Pinerolo, in provincia di Torino, dove l’animale è stato catturato dopo un lungo inseguimento.

La capretta si era barricata nel cimitero della città e per giorni ha vagato fra le tombe e le persone che facevano visita ai propri cari. In tanti, fra paura e curiosità, avevano tentato di avvicinarla, ma lei era sempre fuggita. Per cercare di prenderla le autorità locali sono state costrette a chiudere il campo santo e per 5 giorni la capretta ha tenuto in scacco Pinerolo, con i cittadini che attendevano di capire con il fiato sospeso cosa sarebbe accaduto.

Per volere del Sindaco, Luca Salvai, è stata decisa la chiusura del cimitero, mentre fuori dalla struttura è stato affisso un cartello indirizzato ai cittadini con scritto: “Si comunica che il cimitero sarà chiuso per consentire la cattura di un animale presente all’interno dello stesso”. Un veterinario e il proprietario della capretta, si sono messi all’opera per tentare di catturarla.

“Abbiamo messo delle reti e delle esche preparate col sale” hanno spiegato e, dopo tanta fatica ed una lunga attesa, l’animale è stato finalmente preso. In seguito alla cattura sono emersi i retroscena della fuga di questa capretta ribelle che non aveva alcuna intenzione di tornare a casa.

“Siamo a quasi un chilometro di distanza dal cimitero – ha raccontato il proprietario -, c’è il torrente Lemina che ci separa, eppure la capra è entrata qui dentro. Tutta colpa di due cani randagi che l’hanno fatta scappare. Con lei erano fuggite due pecore ma le abbiamo recuperate subito. Questa capra invece ci ha fatto disperare”.

Dopo la rocambolesca fuga la capretta è tornata nella cascina di Pinerolo, ma c’è già chi è pronto a giurare che potrebbe presto cercare nuovamente la libertà tanto agoniata.

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