Chi ha inventato l'orologio?

Orologio da polso, a pendolo, da parete o digitale: tante varianti per una storia comune. Frutto di secoli di evoluzione, scopriamo chi l'ha inventato

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Paolo Travisi

Paolo Travisi

Giornalista

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L’orologio è uno strumento che ha attraversato una ricca evoluzione nel corso dei secoli. Non è certo il primo oggetto inventato per misurare il trascorrere del tempo, ma è diventato quello dotato di maggiore precisione ed è di conseguenza giunto fino alla nostra epoca, adattandosi alle esigenze d’uso e ai progressi tecnologici. Ma qual è l’origine di questo strumento della nostra vita quotidiano di cui non potremmo più fare a meno?

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Quando fu inventato il primo orologio del mondo?

Misurare il tempo è un’aspirazione umana radicata sin dai tempi antichi. Evidenze di questa necessità si trovano in monumenti come Stonehenge e nelle invenzioni come la clessidra e l’orologio ad acqua. Nel corso del Medioevo, i primi orologi comparvero sulle torri campanarie delle città più importanti d’Europa. Tuttavia, occorrerà aspettare fino al XVI secolo per vedere la nascita del primo orologio da tasca indossabile.

In precedenza, gli unici artigiani con le competenze e gli strumenti necessari per riparare grandi orologi cittadini erano i fabbri. Fu Peter Henlein, nato a Norimberga nel 1485, a diventare il primo orologiaio nella storia moderna. La sua storia personale è intrigante: figlio di un falsario di ottone, Henlein iniziò la sua carriera come apprendista fabbro. Dopo essere stato coinvolto in una rissa che portò alla morte di un collega fabbro, trovò rifugio presso il monastero di Norimberga. Qui, approfondì le sue conoscenze e applicò principi di matematica, astronomia e miniatura alla sua arte di orologiaio.

Nel 1505, Peter Henlein diede vita a un capolavoro rivoluzionario: il Pomander 1505, il primo orologio indossabile nella storia dell’umanità. Questo orologio assomigliava molto a un piccolo pendente a forma di sfera. Il suo design consisteva in due semisfere unite da una cerniera. Quando aperto, la metà superiore svelava un piccolo quadrante, con gli indici rappresentati con numeri romani nella parte superiore e numeri arabi nella parte inferiore. Questa scelta simbolizzava probabilmente il periodo di transizione nell’uso dei numeri in quel particolare momento storico.

Realizzato con una cassa in rame e un movimento a carica manuale completamente in ferro, il Pomander di Henlein presentava un’incisione speciale: “1505 – Il tempo mi sfuggirà, ma io riconoscerò l’ora corretta.” Questo modello d’orologio divenne presto un simbolo di dono tra diplomatici orientali e occidentali poiché combinava la tecnologia europea con forme orientali. In effetti, in Oriente, oggetti simili al Pomander erano già in uso come amuleti con effetti curativi e disinfettanti.

Le tracce del primo Orologio Pomander sono state perse per secoli fino al 1987, quando è stato riscoperto in un mercatino d’antiquariato a Londra. È passato di mano molte volte prima di essere acquistato da un collezionista privato nel 2002. Attraverso una serie di perizie e studi dettagliati, l’orologio è stato dichiarato autentico e stimato, nel 2014, per un valore iniziale di circa 50-80 milioni di dollari. Dei Pomander realizzati da Peter Henlein, ne esistono solo due esemplari al mondo.

Oltre al modello del 1505 appartenente a una collezione privata, c’è un altro orologio Pomander datato 1530 che fa parte delle collezioni del Walters Art Museum di Baltimora. L’importanza simbolica del Pomander di Peter Henlein del 1505 riguarda anche il periodo storico in cui è stato creato, un periodo che coincide con la realizzazione di opere d’arte iconiche come la “Gioconda” di Leonardo da Vinci.

Cosa c’era prima dell’orologio?

La suddivisione del tempo convenzionale in ore, minuti e secondi rappresenta un sistema arbitrario che viene da secoli di storia. Le prime tracce di una scansione del tempo risalgono agli uomini primitivi che contavano cicli di 28 giorni e 12 mesi basandosi sulla posizione della luna. Ai sacerdoti Babilonesi sembra si debba la suddivisione del giorno in 24 ore, risalente più o meno al III millennio a.C.

Tra i principali sistemi di misurazione del tempo utilizzati prima dell’orologio c’erano le meridiane solari, tra i primi strumenti utilizzati per determinare il tempo. Questi dispositivi sfruttavano l’ombra proiettata da un oggetto, come un bastone o un obelisco, sulla superficie di una lastra piana. Misurando la posizione dell’ombra in relazione al meridiano del luogo, era possibile determinare l’ora approssimativa.

Poi c’erano degli orologi ad acqua erano dispositivi che misuravano il tempo tramite il flusso controllato d’acqua. Questi orologi consistevano in grandi contenitori d’acqua in cui l’acqua scorreva da una sezione all’altra attraverso un piccolo orifizio. Misurando il tempo impiegato dall’acqua per riempire o svuotare un contenitore, era possibile ottenere na misura approssimativa del tempo.

Le clessidre, conosciute anche come orologi ad acqua a caduta, erano dispositivi simili agli orologi ad acqua ma più sofisticati. Erano costituite da contenitori con una piccola apertura e un flusso d’acqua costante. Le clessidre avevano marcature per indicare le ore o le frazioni di ora, consentendo una misurazione più precisa del tempo rispetto agli orologi ad acqua semplici.

Anche l’osservazione dei corpi celesti, come il sole, la luna e le stelle, era un metodo importante per misurare il tempo. Gli antichi utilizzavano le posizioni e i movimenti degli astri per determinare l’ora del giorno o della notte. L’invenzione dell’orologio meccanico, che utilizzava ingranaggi e una fonte di energia costante (come un peso o una molla), rappresentò un importante passo avanti nella misurazione del tempo.

Chi ha inventato il calcolo delle ore e dei secondi?

I precursori dell’organizzazione del tempo, così come lo concepiamo oggi, furono i Babilonesi. A loro dobbiamo la suddivisione dell’anno in dodici mesi, correlati alle dodici fasi lunari. Questa divisione logica portò anche a suddividere il giorno e la notte in dodici fasi di luce e dodici di buio, creando così le ventiquattro ore che conosciamo. È probabile che i Babilonesi abbiano optato per la suddivisione delle ore in sessanta minuti e i minuti in sessanta secondi, poiché sessanta era il numero massimo a cui avevano dato un nome, basando il loro sistema su una base sessagesimale.

In seguito, nel 1793, si fece un tentativo di introdurre un sistema orario decimale. Il Consiglio della Repubblica francese decise di suddividere il giorno in due fasi di dieci ore ciascuna, con ogni ora divisa in cento minuti di cento secondi. Questo sistema era parte di un ampio piano di riforma che prevedeva un anno composto da dodici mesi di trenta giorni, ai quali si aggiungevano cinque giorni “complementari” (sei nei casi degli anni bisestili) che non appartenevano a nessun mese specifico. Inoltre, la settimana venne abolita in favore della “decade”, con tre decadi che componevano un mese. Vennero persino prodotti orologi con questa suddivisione decimale. Tuttavia, dopo soli tredici anni, il 31 dicembre 1805, Napoleone Bonaparte annullò questa riforma e riportò tutto alla normalità.

L’idea dell’ora decimale, ovvero la suddivisione in decimi, centesimi e millesimi di giorno, fu poi riproposta alla fine del 1998 dalla Swatch con il nome “Beat,” nell’ambito di un esperimento per misurare il tempo su Internet. Anche questa iniziativa, però, non ebbe successo e non riuscì a sostituire il sistema orario convenzionale che utilizziamo ancora oggi.

 

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