Fonte: Danvojtech

Come dimagrire il viso in una foto, senza usare Photoshop

L' esperimento fotografico che ha catturato sfumature di un immagine tanto da rendere il soggetto completamente differente da uno scatto all'altro

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La fotografia, così come gli specchi, non è in grado di restituirci una perfetta immagine della realtà. Essendo un’arte, quindi in parte artificiale, rimane sempre un margine di scarto tra la realtà che fotografiamo e la realtà che viene catturata dall’obiettivo.

Spesso questo scarto salta subito all’occhio: il pessimo fotografo tira fuori il peggio dai suoi soggetti e una pessima fotografia risulterà essere un’immagine sgualcita della realtà. Altre volte, quando il fotografo sa fare il suo lavoro, questo scarto è appena percepibile e rimaniamo ammaliati dall’immagine, al punto da sostituirla alla realtà come la percepiscono i nostri sensi, la quale ci appare così grigia e priva di attrattiva.

L’esperimento del fotografo Dan Vojtech

In fotografia, però, fa molta differenza anche l’apparecchiatura usata: l’esperimento del fotografo Dan Vojtech vuole proprio dimostrare quanto la strumentazione possa influenzare la resa di una fotografia, soprattutto se si tratta di realizzare un ritratto.

Sul suo blog, il fotografo ha sperimentato diversi tipi di obbiettivo, replicando la stessa identica immagine per nove volte. La posa, il bianco e nero, la luce sono esattamente gli stessi per ogni immagine, ma il risultato cambia visibilmente a seconda dell’obbiettivo utilizzato.

Le differenze in un giro di scatti

Per il primo set di obbiettivi, da 20 mm a 28 mm, le differenze sono minime, ma ancora visibili: con la lente da 20 mm, il viso e il collo appaiono più paffuti e gli occhi più distanti, a differenza delle lenti da 24 e 28 mm, che allungano l’immagine, sfinendo i lineamenti. Gli occhi sono più grandi, ma il naso, il collo e la forma del viso appaiono smagriti.

Con gli obbiettivi da 35 a 70, il viso è visibilmente più allungato e progressivamente più squadrato, mentre la punta naso è più larga rispetto alle fotografie precedenti. Addirittura i capelli sembrano più folti. Infine, con gli obbiettivi da 105 mm a 200 mm, la differenza tra la prima e l’ultima foto è palese: la mascella è più squadrata e il viso più piatto, i capelli ancora più folti, mentre il collo e le spalle sono più larghe.
La differenza tra la prima e l’ultima foto è evidente: quasi non sembrano la stessa persona. Ma come diceva Ansel Adams “Ci sono due persone in ogni foto: il fotografo e l’osservatore.”

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