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Come si crea un super uomo, ve lo dice la scienza

La scienza crea il super uomo, un'intelligenza artificiale che mostra avere doti straordinarie, capaci di migliorare con il corso del tempo

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Il termine intelligenza artificiale è stato coniato nel 1955 da John McCarthy, ingegnere ampiamente conosciuto per aver dato alla luce una simile tecnologia. L’intelligenza artificiale nel corso degli anni si è evoluta, ma i ricercatori stanno ancora creando un software che riesca a simulare sempre meglio le attività umane. L’idea quindi è quella di sfruttare la scienza per creare un super uomo capace di acquisire il nostro stesso processo di pensiero. La fantascienza ha spesso rappresentato, attraverso innumerevoli film, l’intelligenza artificiale.

Numerose infatti sono le pellicole cinematografiche e le rappresentazioni teatrali nelle quali appaiono narrate storie di robot insubordinati che usurpano i loro creatori nel vano tentativo di riuscire a conquistare il mondo. La realtà però, anche stavolta, è ben diversa dalla fantasia. Secondo gli scienziati infatti siamo molto più vicini di quanto crediamo al tempo in cui verranno realizzate macchine e sistemi che miglioreranno sia le nostre capacità fisiche che mentali. La scienza crea il super uomo mettendosi in gioco fino a riuscire ad umanizzare l’intelligenza artificiale, destinata a lavorare e collaborare con noi umani.

Questi robot saranno in grado di imparare le nozioni che verranno spiegate loro nel corso del tempo, diventando sempre più intelligenti e funzionali. L’intelligenza artificiale sarà quindi capace di imparare e di conservare le informazioni acquisite all’interno del proprio cervello. Recentemente un professore della Northwestern University Ken Forbus e il suo team di lavoro, hanno sviluppato un modello di robot che sviluppi capacità di problem-solving che lo portano ad imitare il processo cognitivo umano. Questo nuova tecnologia è solo un assaggio, una piccola anteprima di ciò che il futuro ci riserva.

In un altro laboratorio, i ricercatori dell’Università Nazionale di Ricerca Nucleare di Mosca stanno lavorando su un robot emotivo così chiamato per la sua capacità di sviluppare un vero e proprio rapporto emotivo con gli esseri umani che lo circondano. L’intelligenza artificiale e la ricerca quindi, fanno passi da gigante, ma hanno ancora una lunga strada da percorrere prima di poter arrivare veramente a comprendere come funziona il cervello umano. Le generazioni future avranno sicuramente enormi possibilità di sperimentare questa nuova ed innovativa forma di tecnologia capace di evolversi e migliorarsi con il trascorrere del tempo.

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