Dal gusto sake al wasabi, tutte le varianti di KitKat che esistono in Giappone

Il KitKat in Giappone si presenta sotto varie vesti. Dal gusto Wasabi a quello della patata viola. Ce n'è per tutti i gusti

15 Settembre 2016

Il KitKat, popolarissimo dolce della Nestlè ha ormai quasi un secolo di vita. Nato a New York nel 1935 come snack che gli operai potessero portare nella valigetta del pranzo, ha subito avuto un gigantesco successo. Agli inizi veniva prodotto dalla Rowntree’s è stato acquistato nel 1988 dall’azienda svizzera della Nestlè che tutt’ora lo produce in tutto il mondo. Fanno eccezioni gli USA in cui è distribuito dalla Hershey.

Il gustoso dolcetto si presenta come una serie di barrette(il numero cambia a seconda dei formati) attaccate fra loro da una sottile striscia di cioccolato a formare un blocco. Si spezza facilmente grazie a questo stratagemma per permettere di gustare una barretta alla volta. Le barrette sono composte da più sottili strisce di un croccante wafer unite fra loro con uno strato di cioccolato e glassato poi un una sottile copertura sempre al cioccolato.

Le varianti

In Italia lo snack è diventato popolare ed amato da una quindicina di anni. Inizialmente era presente solo con il classico gusto al cioccolato al latte. Con il crescere della diffusione del dolcetto la filiale italiana della Nestlè ha deciso di introdurre diverse varianti. Hanno iniziato a vendere ad esempio i formati famiglia nei supermercati, composti da una lunga striscia di barrette da consumare a casa o durante una gita in compagnia.

Ovviamente poi è stata introdotta anche la variante del gusto. Questo tramite il cambiamento della farcitura e della glassa. Infatti è arrivato prima il KitKat dark, completamente ricoperto di cioccolato fondente. Seguito subito dal KitKat white al cioccolato bianco. Infine è arrivata anche la variante ai cookies e quella alla crema. I formati si sono evoluti insieme ai gusti e la Nestlè ha introdotto i KitKat mini e le Balls, piccole palline di wafer al cioccolato.

Gusti strani giapponesi

L’Italia però non è il paese migliore quando si tratta di sperimentare le varianti degli snack. La tradizionalità nei gusti della clientela nostrana non permetterebbe a certi tipi di prodotti di avere successo. Per evitare il flop e la conseguente perdita finanziaria quindi, in Italia la Nestlè si limita a proporre i 3 classici gusti al cioccolato. Ma questo non vuol dire che non esistano varianti più spinte nel resto del mondo.

Caso perfetto è il Giappone dove praticamente ogni cosa commestibile è ridotta a snack. Essendo il luogo perfetto per lanciare nuovi gusti, lì la Nestlè si sbizzarrisce. Varianti tipicamente giapponesi come il gusto sake, wasabi o fiori di ciliegio sono in commercio da molto ormai. Dagli anni 2000 invece hanno iniziato ad arrivare anche glassature più originali come quella al matcha, o alla patata viola che vengono tutt’ora usate anche come parte integrante di dessert nei ristoranti.

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