È una questione di testa, per eccitarsi basta qualche impulso elettromagnetico

Una ricerca proveniente dagli Stati Uniti potrebbe rivelare come sia possibile fare eccitare delle persone con dei semplici impulsi elettromagnetici

1 Dicembre 2016
Fonte: Pixabay

Tutto ciò che riguarda il sesso è spesso tabù; non se ne parla o si danno per scontate molte cose. Così anche l’eccitazione è un argomento abbastanza spinoso, che si basa sulla capacità attrattiva di alcune caratteristiche o addirittura particolari minimi sul nostro cervello. La percezione soggettiva ha un ruolo ovviamente fondamentale.

Ma come reagireste se vi spiegassero che attraverso degli impulsi elettromagnetici si può fare eccitare una persona? Sicuramente la scienza e l’analisi del nostro cervello ha raggiunto vette sconosciute fino a pochi decenni fa. Ma vediamo in cosa consiste questa interessante scoperta.

Eccitazione e cervello: una ricerca sulle correlazioni

Alcuni ricercatori della University of California a Los Angeles hanno dimostrato, attraverso questo curioso studio, che la stimolazione elettromagnetica transcranica (TMS) può incrementare la libido degli individui tramite la stimolazione di alcune aree del cervello. La normale attività del nostro organo verrebbe così alterata grazie a questi impulsi magnetici coscientemente indirizzati anche se solo per poco tempo.

La neuroscienziata Nicole Prause e i suoi colleghi hanno preso di mira la corteccia dorsolaterale prefrontale, che si trova all’altezza della tempia sinistra. La responsabile spiega: “Gli elettrodi sulla testa di ogni partecipante hanno controllato la forza delle onde alfa del cervello, che sono più deboli quando le persone sono sessualmente più eccitate”. Inoltre,durante l’esperimento “a 20 persone sono state date le TMS – svela in riferimento alle procedure – per circa due minuti, progettate sia per eccitare che per inibire la corteccia prefrontale dorsolaterale”.

Risultati e durata

Successivamente ogni volontario è stato scortato in una stanza dove gli elettrodi per l’elettroencefalografia sono stati collocati sulla loro testa. A questo punto è stata richiesta la loro collaborazione: hanno, infatti, dovuto premere il più velocemente possibile un pulsante nel momento in cui scorgevano un’immagine su uno schermo che avevano di fronte. A seconda di quanto veloci fossero, sono state date delle piccole scosse genitali di durata compresa tra mezzo secondo e cinque secondi, mentre le loro onde cerebrali sono state registrate durante questo intervallo di attesa.

“Sanno che sono sul punto di essere stimolati sessualmente – afferma Prause – ma non è in realtà ancora successo”. Dopo le TMS per eccitare i soggetti le onde alfa erano più deboli, suggerendo così lo stato di eccitazione degli individui, rispetto a quelle dopo TMS inibitori. Il team di ricercatori non ha comunque potuto calcolare eventuali modifiche nella vita sessuale di coloro che si sono sottoposti all’esperimento, data la breve durata degli effetti di una singola sessione di TMS.

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