Ecco come il cervello nasconde i brutti ricordi

Il tuo cervello ha un segreto: una sorta di cassetto per i ricordi negativi all'interno dei quali "cancella" queste memorie. Scoprilo con noi.

9 Settembre 2023
Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

Fonte: 123RF

Il cervello umano, con la sua miriade di intricati meccanismi, continua a rivelare i suoi segreti più profondi alla scienza. Tra le sue molteplici abilità, una delle più affascinanti è la capacità di nascondere i brutti ricordi in un cassetto segreto. E talvolta di cancellarli. Questo incredibile processo ha catturato l’attenzione degli studiosi di tutto il mondo, che si sono immerse in una straordinaria ricerca per svelare i misteri di questo archivio mentale nascosto. Ma come fa il cervello a cancellare i brutti ricordi?

All’interno del nostro cervello sembra esistere un luogo riservato e protetto da occhi indiscreti, una sorta di cassetto segreto in cui vengono riposti i ricordi negativi, in particolare quelli legati a traumi o ad eventi che hanno scosso profondamente la nostra vita. Questo meccanismo di difesa mentale offre una preziosa opportunità di preservare la nostra salute mentale, consentendoci di sopportare le sfide della vita in modo più resiliente.

Ma come avviene questo processo? E quali implicazioni ha per la nostra comprensione della mente umana e del trattamento delle condizioni psicologiche legate ai ricordi traumatici?

Come il cervello rimuove i brutti ricordi

Nel complesso intrico delle funzioni cerebrali, i “neuroni di estinzione” emergono come protagonisti di un processo sorprendente: la rimozione dei ricordi indesiderati. Questi enigmatici neuroni svolgono un ruolo cruciale quando i ricordi spiacevoli affiorano nella mente, sfidando e spalleggiando i nostri sforzi di repressione.

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Si tratta di una rivelazione che ha scosso il mondo delle neuroscienze, emersa dall’attività di ricerca condotta dall’Università del Texas e pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Nature Neuroscience nel 2019 (l’articolo originale si intitola Distinct hippocampal engrams control extinction and relapse of fear memory).

In questa straordinaria indagine, i ricercatori hanno approfondito la comprensione dei meccanismi cerebrali che governano i ricordi legati alla paura. Essi hanno individuato la loro residenza nell’ippocampo, una regione cerebrale multifunzionale responsabile non solo della memoria ma anche della navigazione spaziale. Qui, la paura si intreccia con un luogo specifico in cui ha avuto origine, collegandola ad esso nel corso del tempo.

Ma ciò che rende questo processo ancora più affascinante è che l’estinzione della paura non cancella completamente la memoria originale collegata a quel particolare evento traumatico. Al contrario, essa crea una sorta di nuova memoria che si oppone e inibisce quella originale, o addirittura entra in una competizione serrata con essa.

Questa sfida neurologica epica che si svolge nell’ippocampo getta una nuova luce sulla complessità del modo in cui la mente umana gestisce i ricordi, portando a nuove domande fondamentali sulla repressione e la soppressione delle paure.

I brutti ricordi ti tormentano? Ecco il metodo scientifico per cancellarli

Se hai mai desiderato liberarti di un ricordo traumatico che si aggrappa ostinatamente alla tua mente, potresti presto avere una nuova speranza. Nel 2020, un gruppo di ricercatori dell’Università di Bologna ha fatto un passo significativo nel campo della gestione dei ricordi traumatici, aprendo la strada a un possibile trattamento per le persone affette da stress post traumatico. Tuttavia, non stiamo parlando di cancellare i ricordi alla “Se mi lasci ti cancello” (anzi, per chi odia il titolo italiano, Eternal Sunshine of the Spotless Mind).

La loro, pubblicata su Current Biology con il titolo State-Dependent TMS over Prefrontal Cortex Disrupts Fear-Memory Reconsolidation and Prevents the Return of Fear, aveva un obiettivo ambizioso: trovare un metodo per aiutare le persone a superare il trauma, alterando la memoria dell’evento che lo aveva causato. Sorprendentemente, sembra che abbiano fatto proprio questo.

Secondo lo studio, è possibile rielaborare il trauma attraverso una stimolazione cerebrale mirata dei soggetti traumatizzati. Questo processo mira a separare la paura associata al ricordo dell’evento traumatico, aprendo la strada a una manipolazione della mente che potrebbe aiutare notevolmente coloro che combattono con il peso dei ricordi traumatici. È importante notare che il ricordo in sé non svanisce, ma le emozioni negative ad esso legate vengono attenuate in modo significativo. Si tratta inoltre di un ritrovato applicabile anche in ulteriori campi, come per esempio la lotta alle dipendenze o la cura di particolari fobie.

Nonostante questi risultati sorprendenti, il tema solleva una serie di questioni etiche complesse e importanti che non possono essere trascurate. La manipolazione dei ricordi, anche a fini terapeutici, apre la porta a un territorio delicato e controverso che richiede attenta considerazione e studi sempre più approfonditi. Tuttavia, questo promettente sviluppo nella ricerca offre una nuova prospettiva per coloro che combattono con i ricordi traumatici e potrebbe un giorno portare a trattamenti più efficaci per il disturbo da stress post traumatico e il trattamento di fobie e dipendenze.

Come cancellare i brutti ricordi?

Se il concetto di cancellare i ricordi negativi ti affascina più di quanto ti spaventi, potresti essere interessato a una tecnica rivoluzionaria chiamata optogenesi. Questa innovativa metodologia, che sembra ispirata in parte allo scenario del film “Se mi lasci ti cancello,” mira a modificare i ricordi collegati a emozioni negative, trasformandoli in esperienze positive.

La ricerca in questa direzione è stata condotta dagli scienziati del Riken-MIT Centre for Neural Circuit Genetics, che hanno esaminato attentamente il cervello dei topi. Durante le loro sperimentazioni, i topi sono stati esposti sia a eventi positivi, come la socializzazione con i loro simili, che a eventi negativi come l’elettroshock. Ciò che ha reso questa ricerca straordinaria è stato il fatto che, stimolando specifici neuroni associati alle emozioni opposte a quelle negative sperimentate durante l’evento traumatico, i ricordi potevano essere completamente ribaltati. In altre parole, un ricordo inizialmente negativo poteva essere trasformato in uno positivo. I topi che inizialmente erano ansiosi sono diventati rilassati (e viceversa) dopo questa stimolazione.

Ancora più interessante è stata la scoperta del punto esatto in cui i ricordi prendono forma: l’ippocampo. Qui è dove i ricordi si radicano, mentre le emozioni legate a questi ricordi risiedono nell’amigdala. Ed è proprio nell’amigdala che la nuova tecnica di optogenesi potrebbe essere applicata, aprendo la strada a un potenziale rivoluzionario nel trattamento dei ricordi traumatici.

Il “cassetto” dove il cervello nasconde i brutti ricordi

La mente umana è un intricato labirinto di segreti, e uno di questi segreti più sorprendenti sembra essere il suo “cassetto” per nascondere i ricordi negativi. Una ricerca condotta da un team di studiosi dell’Università di Cambridge, pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature Communications, ha svelato questa affascinante capacità del cervello. Secondo gli esperti, il cervello ha la straordinaria capacità di selezionare e nascondere i ricordi negativi, mettendo in atto una sorta di auto-inganno.

Questo “cassetto” mentale sembra essere dotato di una chiave speciale rappresentata dall’Acido Gamma-AmminoButirrico (GABA), un messaggero biochimico che agisce sulla struttura cerebrale, in particolare sull’ippocampo, la nostra sede centrale della memoria. Il GABA sarebbe il meccanismo che il cervello utilizza per rimuovere dalla mente i ricordi spiacevoli, i pensieri negativi e lo stress, creando così una tecnica naturale di protezione per la salute mentale.

Per individuare questo “cassetto” nel cervello, gli studiosi hanno utilizzato la risonanza magnetica, che ha aperto una finestra sulla mente umana come mai prima d’ora. Tuttavia, nonostante questi progressi promettenti, gli studi sono ancora nelle fasi iniziali, e gli esperti devono ancora decifrare completamente il funzionamento dei circuiti nervosi che controllano questo straordinario meccanismo.

Tuttavia, questa ricerca ha gettato luce su come un malfunzionamento di questo processo potrebbe portare alla risalita dei ricordi negativi, spiegando così le sofferenze di coloro che affrontano ansia, depressione, stress post traumatico e schizofrenia. Le implicazioni di questa scoperta sono immense, potendo aprire la strada a nuove terapie e trattamenti per migliorare la salute mentale e la qualità della vita.

La tecnica migliore per affrontare i brutti ricordi: la psicoterapia

Nonostante le straordinarie scoperte nella ricerca sul cervello e i suoi meccanismi di gestione dei ricordi, la psicoterapia rimane oggi la via principale per affrontare e cercare di rimuovere i brutti ricordi. Questa forma di terapia offre un approccio strutturato e basato sull’empatia per aiutare le persone a elaborare i ricordi traumatici e affrontare le emozioni negative ad essi legate.

La psicoterapia, grazie a metodi e approcci diversificati come la terapia cognitivo-comportamentale, l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), la terapia dell’esposizione, e molte altre, offre un ambiente sicuro in cui i pazienti possono esplorare i loro ricordi dolorosi e lavorare per ridurre l’angoscia ad essi collegata. Gli psicoterapeuti guidano i pazienti nel processo di rielaborazione dei ricordi traumatici, aiutandoli a sviluppare strategie di coping e a costruire nuove prospettive sulla loro esperienza passata.

È importante notare che la psicoterapia non cerca di cancellare i ricordi come farebbe la scienza (o la fantascienza), ma mira a rendere quei ricordi più gestibili e meno impattanti sulla vita quotidiana. I risultati possono variare da persona a persona, ma sono in tanti quelli che hanno beneficiato notevolmente da questo approccio nel superare i loro traumi e migliorare la loro salute mentale complessiva.

Inoltre, la psicoterapia non solleva le stesse preoccupazioni etiche e morali associate all’alterazione diretta dei ricordi, mantenendo una base solida nel rispetto dell’integrità del paziente e dei principi etici della cura della salute mentale. Pertanto, mentre la ricerca continua a illuminare i meccanismi cerebrali dei ricordi, la psicoterapia rimane una risorsa essenziale per coloro che cercano di affrontare e superare i ricordi traumatici, senza effetti dannosi sul cervello umano.

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