"Imperatum adeamus": il prof fa tradurre la versione in latino di "Andiamo a comandare"

Per la gioia degli alunni, ecco una stravagante e geniale versione di latino. Il titolo? Andiamo a comandare

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Il tormentone dell’estate quest’anno è stata la canzone di Fabio Rovazzi Andiamo a comandare. Canzone comica in cui lo youtuber prende in giro i modi di fare di molti giovani d’oggi. Pubblicata grazie all’aiuto dei rapper Fedez e J Ax, la canzone ha avuto subito un successo insperato e naturalmente si sono diffuse immediatamente innumerevoli parodie su Youtube. Tra la versione metal, quella remixata e quelle più volgari c’è da sbizzarrirsi.

Ma una nuova versione, nel vero senso della parola, ha fatto il giro del web. Ma quel che sorprende ancora di più è che parte da una scuola superiore. E a lanciarla è un normale professore di latino.

La versione Imperatum Adeamus

Ma ormai la scuola è ricominciata e l’estate sembra purtroppo solo un ricordo lontano. Non la pensa così un professore che per far ricominciare con la giusta marcia i propri studenti ha proposto una traduzione di latino un poco insolita. “Imperatum adeamus” è la versione latina di Andiamo a comandare. Gli studenti pronti per un compito in classe non si sono trovati davanti Catullo, Cicerone o Cesare, ma il tormentone di Rovazzi da tradurre.

Una volta capito il testo, è stato facile arrivare fino alla traduzione dell’ultima parola senza sudare e senza particolari sforzi. La versione di latino che ha alzato la media a tutta la classe.

Il giro del Web della versione

Appena capito il trucco una studentessa ha scattato una foto al testo del compito in classe e lo ha postato su twitter con questo commento: “Ecco a voi Andiamo a comandare in latino, giusto perché il prof voleva farci riprendere a tradurre con simpatia”. Subito è scattato il trend sul social network e la notizia è arrivata anche allo stesso Rovazzi che, apprezzando l’idea, ha ritwittato il post. “Poi mi chiedono perché adoro il mio professore” ha continuato la ragazza.

Così facendo tutti gli internati, soprattutto quelli che hanno studiato latino, hanno potuto rivivere, col sorriso in faccia il momento magico del compito in classe.  Dall’ansia alla risata finale.

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