I Jalisse si confessano in un’intervista al settimanale “Oggi”, svelando la loro delusione per l’ennesima bocciatura la Festival di Sanremo. “Abbiamo vinto nel 1997 – hanno svelato -. Da allora, ogni anno, per venti volte, ci siamo iscritti e abbiamo atteso di essere selezionati. Ogni benedetto anno ci hanno detto: “Bella canzone, bel progetto, bella musica”. Poi nessuno chiama, e noi vediamo il Festival da casa”.
Marito e moglie nella vita, Fabio Ricci e Alessandra Drusian non hanno nascosto la frustrazione all’idea di non poter salire più sul palco dell’Ariston. I Jalisse sono convinti che la decisione di bocciarli ogni anno per venti anni, sia dovuta ad interessi di parte: “Abbiamo vinto in maniera inaspettata, senza un produttore forte – hanno rivelato – e l’abbiamo pagata”. Il duo ha parlato di “ostracismo”, facendo riferimento ad una precisa volontà di non vederli più al Festival di Sanremo.
Fra molte difficoltà, i Jalisse hanno continuato a fare musica, nonostante le bocciature di Sanremo. “Nel 1999 ho persino lavorato in una pizzeria – ha svelato Fabio Ricci -. La gente mi riconosceva e pensava che il locale fosse mio. Invece no: con Alessandra incinta di Angelica, la nostra prima figlia, lo facevo per portare a casa qualche lira”.
“I Jalisse sono persone tra le persone, con il privilegio di fare musica e di comunicare le proprie emozioni – aveva raccontato qualche tempo fa il duo -. Sono una coppia di Indiani, nativi artigiani della musica, con arco e frecce fin dal 1997 ai tempi di Sanremo, che continua a fare musica indipendente, nel loro piccolo, con passione e professionalità”.
“Abbiamo fatto diverse cose – avevano svelato i Jalisse parlando del post-Sanremo – come l’esperienza con la Professoressa Rita Levi Montalcini, che per noi nel 2006 ha scritto il testo del brano Linguaggio Universale. Poi abbiamo collaborato con il poeta italo-iracheno Younis Tawfik e con i detenuti del carcere di San Vittore per la Fondazione Mike Bongiorno. Abbiamo anche partecipato all’iniziativa Cantautori nelle Scuole, per mettere in luce la creatività dei giovani studenti”.