La nave del pirata Barbanera è in mostra, con tanto di oro e cannoni

La nave di Barbanera, ossia la Queen Anne's Revenge è stata ritrovata, i suoi numerosi reperti sono esposti in un museo, vediamo insieme i dettagli

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E’ stata ritrovata la nave di Barbanera! Dopo 15 anni di dubbi e incertezze è arrivata la conferma ufficiale. Il relitto è conservato nel museo marittimo del North Carolina, a Beafort. La nave prima di diventare famosa era una sorta di mercantile francese che trasportava schiavi. Nel 1717 il famigerato pirata Barbanera tenta con successo la conquista della nave, dandole appunto il nome di Queen Anne’s Revenge. Alla fine di questo anno di attività la nave pirata viene abbandonata dopo che essa si insabbiò vicino a Beafort nel 1719.

Il team di ricerca si è pazientemente occupato di verificare se il relitto inabissato fosse davvero la nave di Barbanera. In una recente dichiarazione, gli studiosi, hanno affermato che ci sono due ragioni su cui si fonda la certezza nell’affermare che quella è realmente la Queen Anne’s Revenge. Innanzitutto le dimensioni del relitto corrisponderebbero con quelle della nave, e c’è poi da considerare il gran numero di armi ritrovate nelle vicinanze. Il pirata Barbanera , una volta presa la nave per se, la equipaggiò con circa 40 cannoni.

Non vi sono altre navi con dimensioni simili nelle vicinanze del relitto. Gli archeologi, responsabili dello scavo della nave pirata, hanno rinvenuto diversi manufatti e oggetti di grande valore, oggi esposti all’interno di un museo dedicato a Barbanera. Venne ritrovato un vessillo appartenente al diciottesimo secolo che dimostra l’appartenenza alla Francia della Queen Anne’s Revenge. Secondo i vari racconti storici si dice che il pirata Barbanera costrinse l’equipaggio della nave di classe Concorde a commettere azioni piratesche.

Nella stiva venne ritrovata anche una piccola quantità d’oro all’interno di una botte contenente dei pallini di piombo, utilizzati come proiettili. Gli archeologi pensano che un marinaio abbia nascosto quell’oro in modo che i pirati di Barbanera non potessero trovarlo e impossessarsene. Infine vi sono da citare le affermazioni rilasciate da David Moore, ossia il curatore di tutti i reperti di archeologia nautica del museo marittimo del North Carolina. Lui sostiene che vi siano diversi validi motivi per far cadere le riserve circa l’identità del relitto in questione, come ad esempio i finanziamenti privati che potrebbero arrivare confermando la scoperta, permettendo agli archeologi di continuare a lavorare sul relitto.

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