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L'Australia dichiara guerra alle sigarette con misure drastiche

L'Australia inizia una guerra alle sigarette senza precedenti: vietata la vendita a chi è nato dopo il 2001

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L’Australia ha iniziato una guerra contro le sigarette con misure drastiche. Dopo i pacchetti neutri con immagini forti e i prezzi proibitivi, adesso lo Stato del Queensland ha deciso di vietare la vendita a chi è nato dopo il 2001 a partire dal settembre 2017. Da quel momento, inoltre, il prezzo aumenterà del 12,5% ogni anno, arrivando così a superare nel 2020 i 27 euro. Un’altra misura riguarda la vendita di stecche detassate agli aeroporti o comprate all’estero: si potranno acquistare solamente 25 sigarette per persona contro le 50 attuali. Aumenteranno di conseguenza i mezzi per la lotta al contrabbando. Ma l’Australia non ha iniziato una guerra contro le sigarette per riempire le casse dello Stato, ma poichè il fumo è una piaga che miete molti vittime ogni anno.

Nel Queensland muoiono ogni anno 3700 persone e queste misure restrittive portano a sperare che un giorno non troppo lontano qui non ci saranno più fumatori. Per fare ciò, si è deciso di togliere il diritto a questo vizio ai minori di 15 anni. Attualmente è vietato vendere sigarette durante i festival, fumare alla fermata dell’autobus e sui taxi, in prossimità di zone frequentate da bambini e nelle zone pedonali, nei luoghi di ristoro, ecc. Si sta perciò cercando di far concepire il fumo come una pratica socialmente non accettata.

Si pensava anche di vietarlo sui balconi privati, ma in quel caso entrava in gioco la libertà personale. Gli altri Stati dell’Australia non sono restati a guardare ed hanno iniziato una guerra contro le sigarette. In Victoria, dove si trova Melbourne, è stata stilata una lista dove il tabacco è vietato, mentre in Tasmania si sta discutendo una legge per bandire la vendita ai minori di 21 anni.

Nel Nuovo Galles del Sud, accendere una sigaretta su una spiaggia di Sydney può costare una multa di 110 dollari, che equivalgono a circa 70 euro. Secondo i dati raccolti dal governo, c’è da ben sperare nell’estirpare la piaga del tabagismo. Nel 1993, il 25% delle persone con più di 14 anni fumavano, mentre vent’anni dopo erano solamente il 12%, meno della metà. Anche tra gli aborigeni la tendenza sta cambiando, dato che le campagne pubblicitarie si stanno rivolgendo soprattutto a loro, tra le maggiori vittime del fumo. Questa manovra dovrebbe portare nelle casse statali 3 miliardi di euro.

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