Morte di Simoncelli: Cereghini ha una sua teoria

Il giornalista ed ex pilota ha detto la sua sull'incidente che ha causato la morte del Sic.

25 Ottobre 2016

Domenica 30 ottobre andrà in scena la penultima prova del Motomondiale 2016, quella del GP della Malesia a Sepang, dove ormai 5 anni fa è tragicamente scomparso Marco Simoncelli per i traumi riportati in un terribile incidente alla curva 11, con Colin Edwards e Valentino Rossi che non hanno potuto evitare la moto e il povero pilota a terra sull'asfalto.

E a distanza di 5 anni ancora non ci si riesce a spiegare se quell'episodio sia frutto della tragica fatalità, di uno scherzo del destino, oppure se sia stato causato da 'qualcosa' di evitabile, che sia stato un errore umano o i limiti della moto.

Proprio su questo ultimo punto è interessante l'analisi di Nico Cereghini, giornalista motoristico ed ex pilota che tra il 1975 e il 1978 disputò 9 gare del Motomondiale in classe 500. Un'analisi – consegnata a moto.it – nata dal confronto tra il comportamento della Honda di Marco Simoncelli e di quella del fresco campione iridato Marc Marquez.

"La sequenza della caduta fatale a Marco Simoncelli cinque anni fa, e tante quasi/cadute e semi/cadute di Marc Marquez nelle ultime stagioni – ha esordito Cereghini –. In comune c'è un pilota coraggioso che non si arrende anche se ormai è praticamente a terra: appeso alla sua moto, prova a tirarla su servendosi del ginocchio e della spalla".

Quello che però non è in comune è, purtroppo, l'epilogo: "Ma in un caso, quello drammatico del Sic, la Honda continua a percorrere la curva quasi in autonomia senza rallentare, e finisce per tagliare la pista; nell'altro caso, quello che è diventato frequente per il campione del mondo 2016, la moto fa il contrario: perde velocità, rallenta quel tanto da consentire al pilota-acrobata di rimettersi in sella senza dove fare dei rodei; oppure, se la caduta è inevitabile, si arresta pochi metri più in là con il pilota appeso sotto, senza nemmeno uscire di pista".

Qual è dunque per Cereghini la differenza sostanziale tra la moto del Sic e quella del catalano? "Una moto purtroppo si è comportata da stupida, l'altra sembra invece molto ma molto intelligente".

La conclusione è molto interessante: "Non sappiamo se lo sfortunatissimo Simoncelli di Sepang, in quel tentativo molto fisico di recuperare la sua moto, aveva ancora il controllo dell'acceleratore o lo aveva perduto. Io propendo per la seconda ipotesi e forse soltanto la telemetria lo sa, ma non è stata diffusa. Di sicuro le farfalle erano aperte almeno parzialmente, perché la ruota posteriore, sebbene con un minimo contatto con l'asfalto, continuava a "spingere" la Honda. Pensai subito, e lo penso tuttora, che sia stata l'elettronica ad assicurare la trazione alla ruota in quelle condizioni estreme, persino con quella inclinazione ormai oltre il limite. E adesso mi viene un dubbio suggestivo: che la HRC, dopo la tragedia di Marco, abbia sviluppato un’assistenza elettronica specifica per aiutare il pilota che non si arrende".
 

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