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Pensare troppo fa cadere i capelli, lo dice la scienza

Pensare troppo e rimuginare in continuazione può causare gravi danni alla salute, dalla caduta dei capelli alla sterilità fino alla depressione

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Capita alla sera di rigirarsi nel letto pensando agli eventi della giornata trascorsa, o preoccupandosi per quella in arrivo: ebbene, pensare troppo e rimuginare in continuazione sulle cose, oltre ad essere inconcludente, fa male alla salute. Pensare e ripensare in continuazione ogni dettaglio di quanto detto o fatto e preoccuparsi per ogni cosa può portare all’insonnia con tutti i disturbi ad essa associati e anche alla depressione, oltre che causare problemi fisici legati ad un costante stato di stress come la caduta dei capelli, l’acne e problemi di fertilità.

Sembra che le donne siano particolarmente portate, più degli uomini, a preoccuparsi inutilmente per tutto. Pare che questo fatto dipenda sia da ragioni ormonali che dalla differente configurazione del cervello femminile rispetto a quello maschile, ma le ricerche sono ancora in corso. Sembra però che ciò che rende le donne più empatiche e comprensive degli uomini le renda anche più soggette alle preoccupazioni e all’insicurezza. In un articolo sul blog “The Hyppocartic Post” gli esperti hanno discusso su questo aumento delle ansie e dello stress. La loro proposta di soluzione è tanto semplice da immaginare quanto difficile da attuare: imparare a vivere nel presente.

Rimuginare sugli eventi passati, analizzando al microscopio quanto detto o fatto, è tanto inutile quanto preoccuparsi per ciò che potrebbe accadere nel futuro, e anche questa sembra essere una caratteristica prettamente femminile. Pensare a ciò che ci aspetta domani può essere un esercizio inutile in grado di creare stati d’ansia e preoccupazione per eventi che poi, probabilmente, non si verificheranno neppure. Gladeana McMahon, membro della British Association for Counselling and Psychotherapy sottolinea che “ci sono le preoccupazioni minori alla base del problema. E’ come se non potessimo spegnere l’interruttore della preoccupazione, rimanendo bloccati in questa perenne spirale di ansia”.

Lo stato di continua preoccupazione può portare a disturbi del sonno, che a loro volta causano un rapido deterioramento del benessere psicofisico. Preoccuparsi causa un aumento della produzione di adrenalina, che viene poi convertita in colesterolo aumentando i rischi per la circolazione e il cuore, già provato dall’aumento di pressione e di frequenza cardiaca associati agli stati di agitazione. La soluzione è affrontare i problemi man mano che si presentano, senza eccessive preoccupazioni per eventualità future improbabili. Non preoccuparsi e non pensare troppo non significa essere irresponsabili, ma affrontare il domani con serenità, non significa sfuggire i problemi ma afrontare solo quelli reali e in modo più efficiente.

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