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Perché dopo il matrimonio si usa andare in luna di miele?

Perchè si usa la locuzione luna di miele? Vediamo le diverse teorie che cercano di spiegare l'origine di questo famoso modo di dire

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Perché si usa dire che si va in luna di miele dopo il matrimonio? Qual è l’origine di questa locuzione? Quando pensiamo ad una luna di miele, ci immaginiamo fughe passionali, cene romantiche sulla spiaggia e suite d’albergo piene di petali di rose, ma nel passato i viaggi di nozze avevano uno scopo completamente diverso. Quando ebbero origine in Gran Bretagna, nel Diciannovesimo secolo, i viaggi di nozze erano appannaggio di quelle coppie che andavano a far visita ai familiari e agli amici che non avevano potuto partecipare alla cerimonia nuziale. Quindi ben poca intimità coniugale.

La tendenza si diffuse nel resto d’Europa verso la fine dell’Ottocento, quando le coppie cominciarono a recarsi in luoghi ameni come la Costa Azzurra o alcune regioni italiane; in questo caso, i vincoli familiari non c’entrano: i viaggi di nozze venivano organizzati per il puro piacere dei due novelli sposi. La tradizione vorrebbe che le coppie lasciassero gli invitati a metà del ricevimento per correre a prendere l’aereo o la nave, ma ora si predilige rinviare la partenza e concedersi almeno un paio di giorni di relax per riprendersi dalle fatiche e dalle emozioni del matrimonio.

Ma perché si dice luna di miele? Le origini di questa locuzione sono disparate. Alcuni sostengono che risalgono al Quinto secolo, quando le coppie di sposi bevevano idromele, una bevanda alcolica a base di miele, dopo aver trascorso la loro prima luna insieme come coppia sposata. L’idromele era un regalo da parte degli invitati al matrimonio e si credeva che avesse proprietà afrodisiache e che aiutasse il concepimento. Secondo il dizionario Oxford, questo modo di dire concatena il primo mese delle nozze ad un’intera fase della luna.

Altri fanno risalire l’origine dell’espressione luna di miele al Sedicesimo secolo, quando si diffuse l’idea che il primo mese di matrimonio fosse il più dolce; era quindi sottinteso che la felicità iniziale durasse poco. Si ritrovano queste parole anche negli scritti di Richard Huloet e Samuel Johnson, ma in questo caso si tratta di una critica pungente della tradizione. Un’altra teoria collega la celebre locuzione alla parola nordica hjunottsmanathr, termine che si riferisce all’abitudine antica dell’uomo di rapire la sposa e nasconderla agli occhi dei familiari fino a farli desistere dal riportarla a casa.

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