Non tutti conoscono le ragioni per cui i Pokémon si chiamano cosi. All’origine del nome c’è la crasi fra due parole termini inglesi ‘pocket’ e ‘moster’: portafogli e mostro. Effettivamente niente più dei Pokémon raffigura dei mostriciattoli tascabili da usare all’occorrenza per sfidare gli avversari. Aderenti all’idea di ‘mostri da portafoglio’ da cui il progetto Pokémon è partito, quasi tutti prodotti che ne utilizzano il nome sono ‘tascabili’.
Carte da gioco, pupazzetti, gadget, app e videogiochi hanno quasi sempre dimensioni ridotte che permettono agli appassionati di vivere nel mondo Pokémon in qualsiasi luogo e in ogni momento. L’ultimo dei passatempo tascabili giapponesi è Pokémon Sole e Luna: ennesimo capitolo dei videogiochi per console Nintendo.
Sole, luna e Usain Bolt
In questi giorni è possibile vedere la pubblicità di Sole e Luna in cui Usain Bolt dialoga con Pikachu. L’otto volte medaglia d’oro alle olimpiadi è una celebrità su scala globale, il testimonial perfetto per lanciare un prodotto che cerca conferme importanti.
Bolt non è il primo atleta a pubblicizzare Pokémon Sole e Luna. Per lanciare il videogioco sul mercato americano, Nintendo aveva scelto Masahiro Tanaka, lanciatore giapponese dei New York Yankees; mentre, in patria il testimonial d’eccellenza è il wrestler Saori Yoshida. Il connubio fra il mondo dello sport e quello dei mostriciattoli da portafoglio è un format vincente capace di assicurare un ottimo ritorno economico. Inoltre,non manca un parallelismo concettuale fra gli animaletti che fra loro si sfidano durante i duelli e la competizione sportiva.