Perché le giraffe hanno il collo lungo? Ve lo dice la scienza

Gli scienziati hanno completato la mappa del DNA della specie terrestre più alta al mondo, la giraffa, e hanno scoperto la ragione del suo lungo collo

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Vi siete mai chiesti perché le giraffe hanno il collo così lungo? Dopo spiegazioni più o meno leggendarie, ci viene in soccorso la scienza. Per la prima volta in assoluto, infatti, i ricercatori della Penn State University hanno sequenziato il genoma della specie terrestre più alta al mondo, la giraffa. Da quanto è stato pubblicato su Nature Communications, sorprendentemente, questa maestosa creatura ha avuto bisogno solo di una piccola quantità di mutazioni per raggiungere la sua notevole statura fisica e fisiologia.

Con i loro lunghi colli e con i loro passi eleganti, le giraffe hanno affascinato l’umanità e la scienza per migliaia di anni. Questi ruminanti sono dotati di caratteristiche straordinarie: possono toccare i 6 metri di altezza e sono corridori sorprendentemente veloci, in grado di raggiungere i 60 km orari. Vista la statura, al fine di far giungere al cervello un corretto apporto di ossigeno, devono pompare il sangue per quasi due metri; per fare ciò hanno sviluppato un grande ventricolo sinistro e hanno una pressione sanguigna doppia rispetto a quella degli altri mammiferi. Le giraffe sono inoltre in grado di digerire le foglie di acacia, alimento molto nutriente ma tossico per gli altri animali.

Le ragioni della zampe torreggianti e del collo lungo della giraffa sono state oggetto di discussione fin da prima di Darwin, padre della teoria dell’evoluzione. Il biologo Jean-Baptiste Lamarck (1744-1829) sostenne che il collo così prolungato fosse necessario per poter raggiungere gli alimenti posti sulle sommità degli alberi. Charles Darwin (1809-1882) asserì che questo era il risultato di processi di selezione naturale: solo gli animali con il collo abbastanza lungo da raggiungere i rami più alti erano sopravvissuti. Il concetto alla base, quindi, era chiaro da secoli ma la scienza non era stata finora in grado di spiegare l’evoluzione dal punto di vista genetico.

Per comprendere la ragione dei suoi adattamenti fisiologici più caratteristici, gli scienziati hanno confrontato le sequenze dei geni della giraffa con quelle del suo parente più stretto, l’okapi, con quelle di 40 animali, mucche, pecore, capre, cammelli, e con quelle degli uomini. Nonostante l’aspetto unico del mammifero artiodattilo africano, i ricercatori hanno isolato appena 70 mutazioni genetiche distintive. La maggioranza di esse governano lo sviluppo dello scheletro, del sistema cardiovascolare e di quello nervoso, il metabolismo e la crescita. Alcuni geni controllano contemporaneamente sia lo sviluppo osseo che quello cardiovascolare: si ipotizza quindi che questi due aspetti si siano evoluti parallelamente.

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