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Perché si dice "camera ardente"

Camera ardente: purtroppo tutti sanno di cosa si tratta. Ed altrettanti si saranno chiesti come mai viene definita proprio ardente. Scopriamolo insieme

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

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La camera ardente è il luogo in cui la salma del defunto è esposta dal momento del decesso fino al funerale. Questa pratica è un elemento significativo del rito funebre nella tradizione cattolica e non va confusa con la camera mortuaria, utilizzata quando il decesso non avviene in casa per scopi di identificazione o autopsia, come ad esempio negli ospedali.

Dove viene allestita la camera ardente

Quando il decesso ha luogo in una residenza privata, la camera ardente viene allestita in una stanza adeguata per esporre il defunto. In accordo con la tradizione cattolica, questa stanza è progettata per consentire ai parenti e agli amici di rendere omaggio al defunto, offrendo l’opportunità di partecipare a una veglia funebre. Il rituale della camera ardente culmina con la recitazione di preghiere e del rosario, sia da parte dei presenti che del sacerdote, che successivamente celebrerà la cerimonia funebre e di sepoltura.

Sebbene l’allestimento e gli ornamenti della camera ardente abbiano radici antiche, oggi questa responsabilità spetta alle agenzie funebri. Tuttavia, il suo scopo primario rimane quello tradizionale di trasformare la stanza in un luogo di preghiera. Per questo motivo, vengono collocati un paravento per coprire l’arredamento e le pareti, un supporto per la bara e si aggiungono tappeti e fioriere. Infine, l’illuminazione della stanza viene curata per creare un’atmosfera consona alla solennità del momento di lutto.

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Come mai la camera ardente si chiama così?

L’origine del termine “camera ardente” risale all’usanza tradizionale di illuminare il luogo con numerose fiaccole, accese e mantenute accese finché la salma non veniva portata al cimitero. Queste fiaccole creavano una luce calda e suggestiva attorno al defunto. La camera ardente può essere allestita in casa o in locali appositamente designati da ospedali o strutture funerarie. La scelta del luogo spesso dipende dal luogo del decesso, ma in alcuni casi, è possibile organizzare la camera ardente altrove, magari in un luogo che aveva un significato speciale per il defunto e in cui si desidera ricordarlo.

La pratica della camera ardente e dei riti funebri in chiesa è strettamente associata alla tradizione cattolica. Tuttavia, in Italia, convivono diverse etnie e religioni, ciascuna con le proprie pratiche funebri. Ad esempio, nella religione ebraica, è comune tenere una veglia con una candela perennemente accesa in un luogo simile alla camera mortuaria, mentre il rito musulmano prevede una veglia funebre con usanze distinte da quelle cattoliche. L’allestimento della camera ardente è compito delle agenzie funebri. La preparazione del defunto, il suo abbigliamento e la scelta degli elementi decorativi avvengono in accordo con i desideri dei familiari o del defunto stesso. Il personale delle onoranze funebri provvede ad aggiungere candelabri, corone di fiori, ornamenti religiosi, cavalletti o catafalchi per la bara. Talvolta, vengono utilizzati paraventi di tessuto per creare un’atmosfera intima coprendo le pareti della stanza. Alla fine della veglia, la bara viene chiusa, sigillata e successivamente trasportata in chiesa e al cimitero. Questo servizio funebre completo è progettato per onorare il defunto e fornire sostegno e conforto alla famiglia in un momento così delicato.

Che differenza c’è tra camera mortuaria e camera ardente?

Una camera mortuaria, anche nota come obitorio, è un luogo in cui vengono conservate le salme dei defunti prima che vengano identificate, sottoposte a un’autopsia o preparate per la sepoltura. Questi luoghi sono spesso situati all’interno di ospedali, strutture sanitarie o cimiteri. Le camere mortuarie servono a scopi diversi rispetto alle camere ardenti.

Le camere mortuarie forniscono uno spazio adeguato per la custodia delle salme in attesa di ulteriori procedure o del permesso per il rilascio del corpo ai familiari. Possono essere refrigerate per conservare il corpo in modo appropriato, specialmente se deve essere prolungata la permanenza prima della sepoltura o della cremazione. Inoltre, consentono alle autorità mediche di condurre autopsie o esami post-mortem quando necessario.

Le camere mortuarie sono gestite da personale specializzato, come tecnici di obitorio, che si occupano della cura dei corpi e dell’archiviazione delle informazioni necessarie per il rilascio della salma ai familiari. Mentre le camere ardenti sono spazi dedicati al commiato e alle cerimonie funebri, le camere mortuarie sono principalmente luoghi di preparazione e gestione delle salme prima della sepoltura o della cremazione.

Camera ardente: bara aperta o chiusa?

La decisione di esporre la salma con la bara aperta è un atto che spetta solamente alla famiglia del defunto. E’ chi deve salutare il proprio caro per l’ultima volta nella vita terrena, infatti, che ha la facoltà di decidere se il saluto debba avvenire con la bara aperta, in modo che tutti possano rivolgere un pensiero, un ultimo sguardo ed una preghiera, o se invece la bara debba essere chiusa e sigillata. Comunque, questa scelta segue una pratica tradizionale radicata anche nel rispetto delle disposizioni legali vigenti.

Oltre alla preparazione della camera ardente, l’impresa funebre può anche occuparsi della cura del corpo del defunto mediante un servizio di vestizione e tanatoestetica. Questo procedimento rigoroso mira a presentare il defunto nel migliore stato possibile in vista della veglia funebre, ma il personale che deve preparare il defunto deve essere altamente specializzato e formato perché sono necessari il rispetto di rigidi protocolli oltre che di norme igienico-sanitarie prescritte dalla legge.

Prima di lasciare la camera ardente, la bara verrà infine sigillata per il trasporto verso il luogo in cui verrà celebrato il rito funebre e, infine, per le pratiche di sepoltura. Nonostante il profondo dolore che accompagna questa situazione di ultimo congedo dal proprio caro, la possibilità di visitare il defunto e vedere il volto della persona scomparsa rappresenta un momento di conforto significativo per i familiari e gli amici più stretti. Questo gesto offre l’opportunità di concedere l’ultimo saluto, e può avere un grande significato simbolico ed essere di consolazione, soprattutto in quei casi in cui la persona cara è scomparsa all’improvviso, per un malore o per un incidente, o magari perché anche se malata o anziana, era da diverso tempo che non si avevano contatti diretti. Sono in molti, infatti, quando le condizioni del defunto lo consentono, a chiedere che il rito funebre si svolga con la bara aperta.

 

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