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Quali sono i numeri portasfortuna? Paese che vai

In tanti Paesi a certi numeri viene associata la capacità di portare sfortuna. Non sempre è il 17 il più sfortunato.

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In molte culture, i numeri possono essere portatori di significati profondi e spesso ambivalenti. Laddove in Italia il numero 17 è quello associato per eccellenza alla sfortuna, sorprendentemente, in diverse altre parti del mondo esso è intrecciato con aspetti positivi e prospettive particolarmente floride. In realtà, il concetto di “numero sfortunato” varia notevolmente da una cultura all’altra, e ciò che può evocare timori in un luogo potrebbe essere ben accolto altrove (lo stesso avviene per i “://www.supereva.it/numeri-fortunati-alla-scoperta-delle-connessioni-tra-astrologia-e-buona-sorte-82709 “).

In questa intrigante carrellata, ci imbarcheremo in un viaggio attraverso le culture più varie, rivelando le cifre che suscitano apprensione e inquietudine in quei contesti. Ciò che emerge è un affascinante intreccio di opinioni e convinzioni che può aiutarci a comprendere meglio l’influenza che la numerologia ha sulle menti umane. Scopriremo così quali numeri sono temuti nelle diverse parti del mondo.

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Quali numeri sono i più sfortunati al mondo

Nelle diverse parti del mondo, il concetto di numeri sfortunati si manifesta in modi sorprendentemente vari. In Giappone e in Cina, ad esempio, il numero 4 è avvolto da un’aura di sfortuna. Questa avversione deriva dal fatto che la pronuncia del numero 4, “SHI”, ricorda il termine “MORTE” in entrambe le lingue. Addirittura, in alcuni edifici in queste regioni, il quarto piano è omesso o indicato in modo diverso proprio per evitare il numero 4. In Giappone, si aggiunge anche il numero 9 alla lista degli sfortunati, poiché la sua pronuncia richiama il termine “TORTURA“.

In Thailandia e Vietnam, il numero 7 è considerato infausto, poiché è legato al settimo mese dell’anno, noto come il “mese dei fantasmi”. In questo periodo, si crede che l’inferno apra le sue porte e i defunti possano tornare sulla terra.

In India, il numero 26 è diventato un simbolo di sfortuna a causa di eventi tragici che sono avvenuti proprio il 26 di vari mesi. Terremoti, tsunami, attentati e altre calamità hanno alimentato la percezione che il 26 sia un giorno infausto.

In Afghanistan, il numero 39 suscita una paura così forte che le persone sono disposte a pagare fior di tangenti e mazzetti per evitarlo nelle targhe o nei numeri di telefono. Questa avversione ha radici in una storia legata al soprannome di un uomo coinvolto in attività illecite che aveva il numero 39 nella targa dell’auto e nell’indirizzo di casa.

Infine, il numero 13 è universalmente considerato il più sfortunato. La sua associazione negativa è profondamente radicata in vari contesti religiosi e mitologici. Nella tradizione cristiana, l’ultima cena vede i tredici apostoli, con il tredicesimo, Giuda, che tradisce Gesù. In diverse culture, il numero 13 è collegato a eventi nefasti e figure oscure, contribuendo alla sua fama di portatore di sfortuna. Nella Cabala ebraica, ad esempio, gli spiriti maligni sono tredici, ad esempio. Nel libro dell’Apocalisse, l’Anticristo appare nel tredicesimo capitolo. Nella mitologia norrena troviamo un riferimento alla calamità del numero tredici, associato a Loki, e perciò traditore e caotico come lui. Non è un caso che il 13 sia il numero sfortunato di gran parte dei paesi europei e di tutti i paesi di cultura anglosassone, come Regno Unito, Canada, Stati Uniti e Australia.

Perché venerdì 17 porta male?

Tornando in Italia, emerge una serie di credenze radicate nella cultura superstiziosa, tra cui l’evitare di sedersi a 13 a tavola, come nell’ultima cena di Gesù Cristo. Tuttavia, è il numero 17 che spicca come uno dei più temuti. Nella Smorfia napoletana, il 17 è associato alla “disgrazia“, accentuando ulteriormente l’avversione verso questo numero.

Questa paura può far tracciare le sue origini fino alla Bibbia, dove si narra che il Diluvio universale abbattutosi sulla terra ebbe luogo il 17 del secondo mese. Questo potrebbe essere uno dei motivi alla base della convinzione che il 17 sia un numero infausto.

Tuttavia, è il venerdì 17 che guadagna particolare notorietà come giorno di sfortuna. Questa avversione ha – ancora – una stretta correlazione con il Vangelo, poiché il venerdì è connesso alla passione e morte di Gesù Cristo. Nella tradizione cristiana, Gesù fu crocifisso il venerdì, aggiungendo un’aura di gravità a questo giorno della settimana.

L’unione tra il giorno della settimana, venerdì, e il numero 17 ha creato una combinazione che molti considerano particolarmente sfortunata. Questa convinzione è stata amplificata da influenze culturali e religiose, contribuendo alla formazione di un’idea radicata che persiste ancora oggi.

La paura del venerdì 17 ha avuto un impatto così pervasivo che molte persone evitano di prendere decisioni importanti o intraprendere azioni significative in questo giorno. Questa superstizione ha anche avuto un impatto sulla cultura popolare, dando origine a libri e altre opere che giocano sulla paura collettiva di questo giorno.

Cos’è la triscaidecafobia? La paura irragionevole del numero 13

La triscaidecafobia, un termine derivato dal greco “tris” (tre), “kai” (e) e “deka” (dieci), identifica la paura irrazionale del numero 13. Questa fobia è principalmente radicata nella cultura popolare e nelle credenze superstiziose, scatenando reazioni viscerali in coloro che ne sono affetti.

Come abbiamo visto, le origini dell’antipatia verso il numero 13 risalgono a tempi antichi, legate a connotazioni religiose e mitologiche. Queste radici profonde contribuiscono alla persistenza di questa fobia nel mondo di oggi.

Il termine “triscaidecafobia” è stato coniato da Isador Coriat nel suo lavoro di “psicologia anormale”, intitolato appunto “Abnormal Psychology”, proprio per identificare coloro che vivono una paura incontrollabile nei confronti di queste due cifre. La parola stessa riflette la combinazione dei numeri 3 e 10, sottolineando l’associazione del 13 con una potente dose di paure.

Questa fobia è alimentata da numerose coincidenze e connessioni, come l’infelice missione dell‘Apollo 13, che culminò in un disastro spaziale. Questo evento, tra gli altri, ha contribuito ad amplificare la percezione negativa legata al numero 13. In molti paesi, compresi gli Stati Uniti, navi, alberghi, edifici e produttori di ascensori evitano accuratamente l’uso del numero 13 per stanze, piani e ponti.

L’Italia non è da meno in termini di fobie numeriche. Qui esiste anche la “eptacaidecafobia“, la paura del numero 17. Questo termine, anch’esso coniato a partire dal greco, deriva da “epta” (sette) e “deka” (dieci), sottolineando la relazione con il numero 17. Anche questa fobia rispecchia quanto i numeri possano evocare emozioni intense e irrazionali, che si inseriscono nel tessuto complesso delle credenze culturali e individuali.

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