Quando è nato il primo taxi a motore?

Il primo taxi a motore vede le sue origini in Germania, a Stoccarda, dove per la prima volta fu utilizzata una carrozza per il trasporto pubblico

23 Febbraio 2017
Fonte: Pixabay

Al giorno d’oggi potersi spostare da una zona all’altra, anche attraversando distanze particolarmente accentuate, risulta fondamentale: che sia per lavoro, viaggi o solo per impegni giornalieri è necessario avere un auto che permetta di coprire tali trasferimenti.

E molto spesso i taxi sono i mezzi che sostituiscono con tempestività e comodità le macchine che vengono a mancare, o magari rappresentano solamente la soluzione più comoda per ovviare all’assenza di parcheggio e allo stress urbano. Ma quale è stato il primo taxi vero e proprio, ossia un taxi a motore come oggi lo concepiamo? Scopriamolo assieme.

La Germania culla dei taxi

Il primo taxi così pensato, chiamato Daimler Victoria, fu voluto da una ditta di trasporti di Stoccarda, la Friedrich Greiner, la quale ordinò alla DMG (Daimler-Motoren-Gesellschaft) il 26 giugno del 1896 una carrozza dotata di motore che fi dotata inoltre anche del famigerato strumento ancora oggi utilizzato dai tassisti, il tassametro, ma ovviamente molto più arcaico e meno funzionale di quello d’oggi.

Partendo da un modello detto “Landaulet” creato a partire da una carrozzeria denominata “Victoria”, è nato il progenitore del taxi, consegnato nel 1987, a un solo anno dalla commissione della ditta di Stoccarda. L’automobile, nata circa 10 anni prima, ha rivoluzionato il modo di viaggiare; ma l’idea di utilizzarla come strumento per lo spostamento pubblico la si deve alla Germania.

Costi, spostamenti e altre curiosità

Tra le novità di cui era dotata la vettura in questione vi è il primo riscaldamento interno pensato per i clienti, così come la capotte che permetteva di avere una vista niente male in periodi dell’anno che lo permettessero. Il costo per acquisire la carrozza a motore fu molto elevato, per la precisione 5.530 marchi, a cui vanno aggiunte le spese per il tassametro che era preso in noleggio.

L’esperimento si rivelò però sicuramente redditizio: i chilometri percorsi giornalmente erano in media 70 e sicuramente ad incentivare tale tipo di trasporto fu il fatto che si trattava di un’esperienza assolutamente nuova ed eccitante, il che si univa alla comodità e alla praticità della tipologia di trasferimento in sé. Ben presto l’esperienza del taxi a motore, estremamente vantaggiosa, si diffuse in molte altre città europee (Parigi, Berlino, Londra e non solo) trasformandosi subito in un successo.

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