Fonte: Twitter

Rapiscono l’asinello del presepe e chiedono un riscatto

Dal presepe di Bagnaia, piccola frazione di Viterbo, è scomparso l’asinello e i suoi rapitori hanno chiesto un riscatto

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Hanno rapito l’asinello del presepe, poi hanno chiesto un riscatto esorbitante per liberarlo. Accade a Bagnaia, in provincia di Viterbo, dove l’asinello in legno ideato dai bambini dell’oratorio e messo sotto l’albero di Natale in piazza XX Settembre, è stato trafugato.

All’inizio si è pensato ad uno scherzo, pochi giorni dopo però al suo posto è comparso un bigliettino con su scritto: “Se arivolete l’asinello datece 2.223 miliardi per risanare il mega debito pubblico”. Insomma: un rapimento in piena regola, che se prima ha fatto ridere tutti, con il passare dei giorni ha suscitato anche un po’ di rabbia.

Su Facebook in tanti hanno commentato quanto accaduto nella piccola frazione di Viterbo, notando anche la scarsa dimestichezza del rapitore con l’italiano: “Senza parole – ha scritto qualcuno – l’asino che ha agito ci ha dimostrato che è proprio un “somaro”, come lo chiamiamo noi a Bagnaia, bravo”. Alla fine, dopo aver atteso invano che l’asinello fosse riconsegnato, l’associazione “Amici di Bagnaia” ha deciso di presentare un esposto ai carabinieri.

“All’inizio si è pensato che fosse uno stupido scherzo di ragazzini – ha spiegato il presidente della pro loco Armando Miralli -, ma quando lunedì abbiamo trovato la lettera nella culla, è stato subito chiaro che la mano che ha compiuto il gesto fosse di un adulto. Al momento non abbiamo assolutamente idea dell’identità degli autori del rapimento”.

I carabinieri hanno iniziato le indagini e dall’oratorio di San Giovanni Battista e dall’associazione Amici di Bagnaia sperano che presto il responsabile venga trovato e che l’asinello torni ai loro legittimi proprietari.  ”Ci sembrava eccessivo fare una vera e propria denuncia – ha raccontato Miralli -. Noi e gli altri cittadini abbiamo preso a ridere il ‘rapimento’ dell’asinello e la conseguente richiesta di riscatto. Certo è che si tratta sempre di gesti fastidiosi e che non fanno affatto piacere ad una comunità piccola come la nostra”.

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