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Scoperto un cane dietro la Vergine delle Rocce di Leonardo

Il famoso dipinto di Leonardo Da Vinci, la Vergine delle Rocce, nasconde un segreto: un cane al guinzaglio

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Un cane al guinzaglio dietro la Vergine delle Rocce di Leonardo Da Vinci: è questa la straordinaria scoperta fatta da un gruppo di ricercatori che hanno analizzato e studiato il famoso dipinto. A rivelare il ritrovamento è stato Silvano Vinceti, presidente del Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici che già in passato ha avuto a che fare con scoperte e misteri legati a grandi opere del passato. Dalle ossa di Caravaggio a Porto Ercole alle lettere nascoste negli occhi della Gioconda, sino ai resti di Monna Lisa a Firenze. La ricerca è stata condotta da Roberto Biggi, ricercatore del Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici, di cui Vinceti è presidente.

Studiando il dipinto la Vergine delle Rocce, custodito al Louvre di Parigi, lo studioso ha scoperto la presenza del cane al guinzaglio: “Quel cane è l’atto di accusa di Leonardo Da Vinci – ha detto – contro la corruzione del Papato dell’epoca”.

“Si è giunti a questo risultato con un lavoro nuovo – ha spiegato lo Vinceti -, attraverso l’uso misto delle tecnologie più avanzate e strumenti semplici, una lente di ingrandimento speciale ci ha permesso di riesaminare attentamente ogni particolare del dipinto e poi photoshop avanzato, un software che permette di fare sovrapposizioni, scomposizioni e ricomposizioni”.

La nuova scoperta consente di dare un’interpretazione inedita alla Vergine delle Rocce. “Per Leonardo il cane ha un significato preciso, ‘per non disobbedire’, come scrive lui stesso in uno dei suoi fogli – ha rivelato -. Il guinzaglio poi è un’aggiunta perché rappresentava nelle cacce medievali e rinascimentali lo strumento che permetteva al feudatario di evitare che i cani mangiassero la preda. Per Leonardo quindi il cane con guinzaglio è il simbolo dell’uomo che deve obbedire a Dio, ai Comandamenti divini, a Gesù, alla vita che Gesù ha incarnato perfettamente per esprimere l’amore cristiano”.

“Fino ad oggi i suoi dipinti sono stati affrontati da un punto di vista di tecnica e di stile pittorico – ha rivelato Vinceti -, ma è sfuggito il fatto che Leonardo, attraverso la composizione dei suoi dipinti, realizzi una narrazione, esprima un pensiero che si fa immagine. Quando scrive ‘la pittura è il bello che veste il vero’ indica chiaramente le sue intenzioni. Leonardo non poteva esprimere certe critiche nei confronti del Papato, perché allora c’erano Innocenzo VIII, Alessandro VI, il Borgia e soprattutto c’era l’Inquisizione”.

“Quel cane con guinzaglio messo sopra san Giovanni Battista nella composizione – ha concluso lo studioso riguardo alla Vergine delle Rocce – è l’atto d’accusa che Leonardo fa della corruzione del papato di allora che privilegiava il potere temporale rispetto a quello spirituale. Leonardo utilizza il dipinto per esprimere il suo pensiero e la richiesta di un rigoroso Cristianesimo che riprenda l’esempio di Dio per i Comandamenti e di Gesù come espresso nei Vangeli”.

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