22 Dicembre sarà il giorno più corto del 2023: quando tramonta il sole

Il 21 dicembre si celebra il solstizio d’inverno, che segna il giorno più corto dell’anno e un momento di rinascita per tutto il mondo

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Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

Il 22 dicembre 2023 segnerà il solstizio d’inverno, il giorno più corto dell’anno nell’emisfero settentrionale. Questo evento astronomico è intriso di significati antichi e rappresenta il punto in cui la Terra raggiunge l’apice della sua inclinazione rispetto al Sole, determinando il massimo delle ore di buio e il minimo di luce.

Cosa accade durante il solstizio d’inverno

L’inclinazione dell’asse terrestre è il fulcro di questo fenomeno. Mentre il pianeta compie il suo ciclo annuale intorno al Sole, l’asse inclinato provoca un’apparente variazione nell’illuminazione solare. È il movimento della Terra che porta a questo cambiamento, con l’asse che punta verso la Stella Polare e sembra quasi fissare il punto intorno al quale il sole e tutto il cielo sembrano ruotare.

Il solstizio d’inverno non è uniforme in tutto il mondo. Mentre nell’emisfero settentrionale si registra il minimo delle ore di luce, le regioni dell’emisfero australe sperimentano il massimo. Il Sole raggiunge lo zenit, il punto perpendicolare al piano dell’orizzonte, nei pressi del Tropico del Capricorno, proiettando un’ombra minima o addirittura assente.

Il solstizio d’inverno nell’antichità

Nell’antichità, il solstizio d’inverno rivestiva un ruolo di grande importanza culturale e spirituale per molte civiltà. Era un momento di transizione cruciale, simboleggiante il passaggio dall’oscurità alla luce, e spesso associato a rituali e festività.

Per diverse civiltà antiche, il solstizio d’inverno rappresentava la rinascita del Sole. I popoli pagani celebravano questo evento come la vittoria della luce sulla tenebra, poiché a partire da quel giorno le giornate sarebbero gradualmente cresciute in lunghezza. Il Sol Invictus, il “Sole invincibile”, era un simbolo di speranza e rinascita per molte culture pre-cristiane.

Nell’antica Roma, i Saturnali erano festeggiamenti che coincidevano con il solstizio d’inverno, dedicati al dio Saturno. Queste celebrazioni erano caratterizzate da giorni di festa, scambio di regali, banchetti e un rovesciamento temporaneo delle gerarchie sociali, dove padroni e schiavi potevano scambiarsi ruoli temporaneamente.

Per il Cristianesimo, il solstizio d’inverno rappresentava un momento significativo nell’adozione delle festività natalizie. Sebbene la nascita di Gesù Cristo non sia storicamente correlata al 25 dicembre, questa data fu scelta per sovrapporsi alle festività pagane esistenti, consentendo un’associazione con la nascita di una nuova luce nel mondo.

Il solstizio d’inverno nell’antichità era un momento di rinnovamento, di celebrazione della luce che emergeva dalla stagione più buia, e spesso connesso a rituali che celebravano la speranza, la rinascita e il passaggio a un nuovo ciclo.

Perché il solstizio d’inverno cambia data?

Una curiosità affascinante riguarda lo spostamento temporale del solstizio. Nonostante la sua associazione comune al 21 dicembre, ogni anno il solstizio ritarda di 5 ore, 48 minuti e 46 secondi, un dettaglio preciso che si compensa attraverso gli anni bisestili. Questa variazione temporale può talvolta determinare il solstizio astronomico il 22 dicembre.

Da tempi antichi, il solstizio d’inverno è stato celebrato come un evento significativo. Dalle festività pagane come il Sol Invictus agli antichi Saturnali di Roma fino al Natale cristiano, questo giorno ha radici culturali profonde, rappresentando un momento di transizione e rinascita.

Il 22 dicembre del 2023 non sarà solo il solstizio d’inverno, ma un’occasione per riflettere sulla ciclicità della natura e sulle diverse culture che hanno attribuito un significato speciale a questo momento astronomico. La sua bellezza e la sua importanza storica rendono il solstizio d’inverno un evento degno di celebrazione e contemplazione.

Come avviene tecnicamente il solstizio d’inverno

Il termine solstizio deriva da Solis statio, letteralmente “fermata del Sole” e indica il periodo dell’anno in cui il Sole è più vicino alla Terra, per via dell’ellitticità dell’orbita del nostro pianeta, anche se, paradossalmente, in Italia è uno dei periodi più freddi.

Nel giorno in cui si celebra il solstizio d’inverno, il Sole raggiunge con il suo moto apparente il punto più basso sotto l’equatore, creando un arco diurno cortissimo da Sud-Est e Sud-Ovest. Il solstizio segna l’inizio della stagione invernale nell’emisfero boreale ed è un avvenimento che viene celebrato da secoli in tutto il mondo.

Solstizio d’inverno, come viene festeggiato nel mondo

In Iran viene denominato Yalda e si festeggia in famiglia, servendo noci secche, meloni e melograni.

Nella tradizione del Guatemala invece il solstizio d’inverno coincide con la festività di San Tommaso e viene celebrata con la danza del Palo Volador in cui, accompagnati dal suono di flauti e tamburi, tre uomini salgono su un palo alto 15 metri e vi si gettano. Se riusciranno ad atterrare in piedi vorrà dire che gli dei saranno compiaciuti e questo farà si che i giorni inizieranno ad allungarsi.

Gli Scandinavi invece festeggiavano la festa di Juul, offrendo un tributo al dio Thor e accendendo candele che simboleggiavano la luce. In casa veniva portato un ceppo d’albero, che veniva utilizzato per riscaldare le famiglie nei 12 giorni che coincidono con il Natale.

Anche l’esoterismo ha sempre considerato importante il solstizio d’inverno. Il 21 dicembre infatti indica la vittoria della luce sulle tenebre ed indica l’inizio di una ricerca iniziatica e di un risveglio interiore.

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