Storia dell'arte: alcuni dei quadri più celebri e particolari

Da Leonardo da Vinci, a Van Gogh. Da Gustave Klimt a Edward Munch. Un excursus tra le opere che hanno segnato l'immaginario collettivo

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Numerosi sono i quadri oggetto di osservazione e studio da parte dei critici più famosi, anche a distanza di molto tempo dalla creazione. Le loro immagini, seppur talvolta modificate o alternate, vengono spesso riprodotte sulle copertine dei quaderni scolastici o dei libri di narrativa, su preziose agende, magliette e accessori dedicati agli appassionati.

Ultimamente sui diversi social network circolano pagine che fanno ironia sui quadri d’autore, accompagnandoli con scritte divertenti relative ai personaggi che essi raffigurano. Questa iniziativa è utile per far conoscere ai giovani note opere d’arte, seppur queste ultime non siano accompagnate da un’analisi critica che spieghi il significato e il valore del capolavoro.

La gioconda

Tra i quadri più famosi, uno dei primi a venire in mente è La Gioconda di Leonardo Da Vinci conservato a Parigi presso il Museo del Louvre. Nota anche come Monna Lisa, la protagonista ha un sorriso ironico e sornione spesso oggetto di discussione e di studio. La sua realizzazione è stata fatta risalire tra il 1503 e il 1506, ma ancora oggi il suo è il sorriso più intrigante della storia dell’arte.

Il bacio

Risale invece al 1908 Il Bacio di Gustav Klimt. Conservato alla Österreichische Galerie Belvedere di Vienna, questo quadro rappresenta un uomo che bacia una donna: lei ha però un’espressione ritrosa nonostante lo stia abbracciando. I due sono raffigurati con la tunica che l’artista usava indossare mentre dipingeva.

Molti studiosi hanno ipotizzato che i protagonisti del quadro fossero lo stesso Klimt e la sua amica Emile Floge. Lungo i corpi dei due innamorati ci susseguono diversi simboli, il cui significato è da ricercare nella sfera sessuale: l’ovale che li circonda è stato associato a un’immagine fallica o al ventre femminile.

I Girasoli

Tra le opere più note e riconoscibili anche a un pubblico non particolarmente ferrato in storia dell’arte abbiamo i Girasoli del pittore olandese Vincent Van Gogh: una serie di quadri che mostrano i celebri fiori in tutte le loro fasi, da quelli più fioriti a quelli ormai appassiti.

Alcuni associano questa fase artistica del pittore a un profondo sconforto interiore. In realtà, sulla base di alcune lettere che in quel periodo l’artista scrisse al fratello, pare che il periodo dei Girasoli sia stato per Van Gogh particolarmente positivo ed entusiasmante. In questo arco di tempo, egli volle rappresentare l’evoluzione del ciclo della vita usando il colore per trasmettere tutte le sue emozioni.

L’urlo

Questo quadro è il simbolo dell’inquietudine interiore, dello sgomento e dell’angoscia che accompagnarono il suo autore per tutta la vita, stiamo parlando de L’Urlo di Edward Munch. Realizzato nel 1893, simboleggia un momento di panico che assalì il pittore che si trovava sul ponte della città di Nordstrand, oggi quartiere di Oslo, in compagnia dei suoi amici.

L’artista, degente nell’Ospedale di Nizza, descrisse questo disturbo anche nel suo diario: “Camminavo lungo la strada con due amici quando il sole tramontò, il cielo si tinse all’improvviso di rosso sangue. Mi fermai, mi appoggiai stanco morto ad una palizzata. Sul fiordo nero azzurro e sulla città c’erano sangue e lingue di fuoco. I miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura… e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura”.

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