La truffa, o per meglio dire, l’estorsione, viaggia sui social. In particolare Facebook dove sono state segnalate moltissime trappole a luci rosse. Protagonisti utenti ignari che credono di conversare con delle bellissime ragazze straniere e si ritrovano ad essere ricattati. “I virtuosi delle truffe – spiegano sul profilo Facebook della Polizia Postale – si sono specializzati nei ricatti a luci rosse in rete”.
Tutto grazie all’anonimato della rete, che consente ai truffatori di fingersi bellissime ragazze in cerca di compagnia. “Funzionano così – rivelano su “Una vita social” – una sconosciuta entra in contatto con la vittima via #social, inizia a scambiare messaggi, poi invita il malcapitato di turno a una conversazione privata via webcam e lo convince a mostrarsi in atteggiamenti intimi. A quel punto, il passo falso è compiuto: l’avvenente ragazza ha registrato tutto e ricatta lo sventurato minacciando di diffondere il video osé”.
Come svela la Polizia Postale: “Gli anglofoni hanno coniato addirittura una nuova parola: sextortion, crasi tra sesso ed estorsione”. Ma come riconoscere queste ragazze? Secondo quanto rivelano gli inquirenti si presentano come straniere che non sanno parlare bene l’italiano. La frasi sono più o meno sempre le stesse: “Bionda, carina, sorriso ammiccante. Si chiama Stephanie – oppure Samantha, oppure Helen e vuole stringere amicizia su Facebook. «Sono francese, studio a Milano. Scusa io parlo male l’italiano». Scrive via chat. «Quanti anni hai? Che lavoro fai?». Per qualche ora va avanti così, poi cambia registro: «Perché non parliamo guardandoci in faccia? Scrivi il tuo account Skype»”.
Come sfuggire alla truffa? Denunciando alle autorità competenti di essere vittime di estorsione, ma soprattutto tentando di riconoscere per tempo una truffa. Il segreto è quello di non dare mai i propri dati e contatti a sconosciuti, guardandosi bene dal iniziare una chat sexy con qualcuno che non si conosce e che, soprattutto, non vuole farsi vedere.
In collaborazione con Adnkronos