Trapattoni non ha dubbi tra Baggio, Del Piero e Platini

"Ho allenato tanti campioni, ma lui è stato per me in assoluto il migliore"

13 Ottobre 2016

Ospite di prestigio a RadioVS, la radio ufficiale di VecchiaSignora.com. Questa volta è il turno di Giovanni Trapattoni, una figura storica per il calcio in generale e per la Juventus in particolare, con ben 13 anni di militanza sulla panchina bianconera.

Trapattoni ha ricordato alcuni aneddoti storici di primo livello, dall'addio di Boniek precisando che “era lui che voleva cambiare aria” al possibile arrivo alla Juve di Maradona “ci siamo informati, lo abbiamo seguito, abbiamo fatto il possibile puntando anche sul potere della Fiat in Argentina, ma c'erano dei problemi con il regime militare in Argentina e alla fine optammo per Boniek”.

Il mister ricorda poi anche un altro suo pupillo: “Platini è stato un grandissimo calciatore dotato di una sensibilità non indifferente e di una classe calcistica e comportamentale incredibile; non è mai mancato ad un giorno di allenamento. Smise troppo presto per me, ma mi disse di non sentirsi più Platini. Ho allenato tanti campioni, ma Platini è stato per me in assoluto il migliore”.

Non solo passato però, Trapattoni analizza anche la Juve attuale e sceglie il suo giocatore preferito: “Higuain grande attaccante che può andare bene con tutti gli schemi, giocatore decisivo nei 16 metri che mi piace per il carattere, la fantasia e la tecnica. È un giocatore che vorrebbero tutti e che avrebbe fatto bene anche nella mia Juve”.

Uno sguardo anche sul campionato attuale: “La Juve è strafavorita e viene da 5 anni di vittorie, ma Allegri è un allenatore intelligente e che sa gestire il gruppo ed effettuare le opportune rotazioni per far sentire tutti importanti e tenere tutti sulla corda”.
L'intervento di Trapattoni si conclude con un bellissimo ricordo di Gaetano Scirea: “parlarne mi commuove sempre, grande campione sportivo e di comportamento. Viveva a due chilometri da casa mia quindi l'ho visto nascere e crescere. Era un ragazzo molto introverso, era talmente timido ed intelligente che non riuscivo nemmeno a rimproverarlo durante gli allenamenti”

 

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