Un ospedale italiano guarisce con la realtà virtuale i pazienti con problemi neurologici

All'Auxologico Italiano di Milano si stanno utilizzando innovative tecniche di riabilitazione sfruttando la Realtà Virtuale

3 Ottobre 2016
Fonte: auxologico.it

Molte persone son pronte a scommettere su Realtà Virtuale e Realtà Aumentata, considerando le due tecnologie come la base per soluzioni innovative in molti ambiti della vita umana, non certo solo per i classici ‘videogame’. Un caso importante che avvalora questa tesi arriva proprio dall’Italia, più precisamente dall’IRCCS Auxologico Italiano di Milano, dove si sta sperimentando un percorso terapeutico basato su VR e AR.

L’Istituto ospedaliero ha realizzato il progetto CAVE, nel quale la Realtà Virtuale è utilizzata per migliorare le capacità motorie e/o cognitive e lo svolgimento delle attività della vita di ogni giorno dei pazienti alle prese con deficit, anche momentanei (ad esempio derivanti da ictus, stress o problemi psicologici), aiutandoli dunque nella gestione delle problematiche quotidiane.

Concretamente, il CAVE è una stanza virtuale dove si sperimenta la Telepresenza Immersiva Virtuale (TIV), un sistema integrato che permette di ricostruire una realtà vera, considerando le sollecitazioni cognitive, al momento solo uditive e visive ma in un futuro pure olfattive e tattili.

Grazie alla visione 3D stereostopica, legata a un sistema di tracciamento della posizione, il sistema permette una corretta lettura degli spazi, dei volumi e delle distanze, dando così la netta sensazione di essere immersi all’interno della scena virtuale proiettata sugli schermi. Un esempio concreto è quello della simulazione dell’acquisto da parte del paziente di alcuni prodotti in un supermercato, una situazione che potrebbe facilmente ripresentarsi una volta che il malato sarà dimesso.

“Il Cave costituisce uno strumento straordinario per la riabilitazione nel post ictus, nelle fasi iniziali della demenza senile o per la cura di malattie come il Parkinson. Grazie a questa tecnologia è infatti possibile, ad esempio, facilitare il ritorno a casa dell’anziano, simulando situazioni di vita quotidiana ma in un ambiente controllato”, ha spiegato Marco Stramba-Badiale, direttore del Dipartimento Geriatrico-Cardiovascolare e del Laboratorio Sperimentale di Ricerche di Riabilitazione e Medicina Cerebrovascolare dell’Auxologico.

Il progetto del Cave è stato realizzato in intesa con il Ministero della Salute e in conto capitale di circa 1 milione di euro (50% a carico della struttura ospedaliera milanese) e con la partnership tecnologica di Forge Reply.

“L’applicazione a fini terapeutici è la nuova frontiera della realtà immersiva e questo progetto del CAVE di Auxologico ne è il primo esempio, unico in Italia – ha dichiarato Filippo Rizzante, CTO di Reply – Forge Reply ha contribuito mettendo in campo le proprie competenze specializzate nella progettazione di sistemi di realtà immersiva e realtà virtuale, dando la possibilità ai pazienti di poter fruire di un nuovo percorso riabilitativo basato su tecnologie innovative”.

Come in altre occasioni (basti pensare a internet) anche questa terapia è derivata da ambiti militari. “L’attenzione verso la Cybertherapy nasce dall’esigenza di trovare soluzioni d’avanguardia in ambito psicologico-riabilitativo: in particolare, questa tecnologia è stata sperimentata in principio per curare i disturbi di ansia dei soldati americani reduci di guerra”, ha chiarito il Prof. Giuseppe Riva, direttore in Auxologico del Laboratorio di Tecnologia Applicata alle Neuroscienze.

I vantaggi rispetto ad altre tecniche tradizionali? La possibilità di situare l’esercizio riabilitativo in un ambiente controllato ma che riproduce le caratteristiche degli ambienti di vita, la stimolazione multisensoriale, l’opportunità di adattare la difficoltà degli esercizi in modo dinamico rispetto alle abilità acquisite dal paziente e il monitoraggio sistematico degli indicatori di performance durante l’esercizio riabilitativo. Altro che solo videogame…

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