La vera storia del Carnevale: quando e dove è nato

Pronti a immergervi nelle atmosfere del Carnevale? Scoprite con noi la storia dietro questa festa intrisa di allegria e tradizione.

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Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

Il Carnevale è una festa dai contorni festosi ma dalle radici profonde: essa incarna un momento di liberazione e spensieratezza che attraversa le ere e le culture, entrando profondamente nella tradizione popolare italiana e non solo. Sebbene sia strettamente legato al mondo cattolico e cristiano, le sue origini risalgono a epoche ben più remote, quando la religione dominante era ancora quella pagana. Le tracce del Carnevale possono essere rinvenute nella storia, ovvero nei Saturnali dell’antica Roma e nelle festività dionisiache del periodo classico greco. Tuttavia, le sue radici potrebbero essere ancora più antiche, con possibili collegamenti diretti all’antico Egitto. Ma quando è stato festeggiato il primo carnevale della storia? E dove è accaduto? Andiamo a scoprire insieme questa meravigliosa storia.

Carnevale: celebrazioni e divertimenti. Le radici profonde di una tradizione

Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Queste celebrazioni, permeate da uno spirito di gioia e sgargiante vitalità, consentivano ai partecipanti di abbandonarsi al divertimento, di liberarsi da ogni vincolo di responsabilità e di immergersi in un mondo dominato dal gioco e dallo scherzo. Il travestimento, elemento cardine della festa del Carnevale, permetteva di dissolvere le barriere sociali e di creare una temporanea uguaglianza tra ricchi e poveri. In quei giorni di festa, le maschere rendevano irriconoscibili le differenze di classe, trasformando le strade in un palcoscenico di libertà.

Tuttavia, una volta terminati i festeggiamenti, la società ritornava sotto il rigore e l’ordine consueti. Il Carnevale rappresentava quindi un’eccezione temporanea, un intervallo di sospensione delle norme sociali e religiose che regolavano la vita quotidiana. Era un momento in cui il caos controllato regnava sovrano, preparando il terreno per il rinnovamento e la purificazione che avrebbero segnato il periodo della Quaresima.

Le date del Carnevale 2024: quando si festeggia

Il Carnevale 2024 comincerà ufficialmente domenica 28 gennaio, coincidendo con la domenica di Settuagesima, che marca l’avvio del Tempo di Settuagesima, noto anche come Tempo di Carnevale. Questo periodo precede la Quaresima e, per la tradizione cristiana, si caratterizza per l’inizio dell’astinenza dalle carni nei giorni feriali. La celebrazione raggiungerà il suo culmine il 13 febbraio, martedì grasso, con la conclusione delle festività.

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La settimana chiave del Carnevale, tanto attesa e vivace, si colloca tra l’8 febbraio, giovedì grasso, e il 13 febbraio, martedì grasso. Durante questi giorni, le strade delle città e dei borghi d’Italia saranno animate da parate, feste in maschera e tradizioni culinarie che caratterizzano questa festa in tutto il mondo. È il momento in cui ci si può immergere in una serie di scenari composti di allegria e spensieratezza, dove le persone si immergono nell’atmosfera festosa con fervore e gioia contagiosa.

Tuttavia, il 14 febbraio si torna alla sobrietà: oltre ad essere il giorno di San Valentino, è anche il mercoledì delle Ceneri, giorno che segna l’inizio della Quaresima. Questo periodo di quaranta giorni di penitenza e riflessione culminerà poi con la festività della Pasqua, fissata per il 31 marzo di quest’anno.

Quando e dove è nato il Carnevale

Il termine “Carnevale” fece la sua prima comparsa ufficiale in un documento del 1094 del Doge Vitale Falier a Venezia, con riferimento a “eventi di pubblico divertimento.” Tuttavia, il Carnevale come lo conosciamo oggi ufficialmente prese vita a Venezia nel 1296, quando un editto del Senato della Repubblica Serenissima dichiarò festivo il giorno precedente l’inizio della Quaresima. Questo decreto segnò l’avvio di una tradizione che si sarebbe sviluppata nel corso dei secoli, trasformando la città lagunare in una delle città più celebri al mondo per le sue scintillanti celebrazioni.

Ma quindi il Carnevale è una storia tutta italiana? Sì e no. Pur essendo Venezia una pietra miliare nella ricostruzione delle sue origini, non è da qui che è cominciato tutto. Il Carnevale veneziano è piuttosto una rielaborazione delle festività greche e romane menzionate in precedenza, arricchite da ulteriori elementi di gioia, eccessi e maschere.

Sebbene sia difficile identificare un luogo o una data precisa per la nascita del Carnevale, possiamo affermare che è un fenomeno che si è sviluppato in diverse parti del mondo, assumendo caratteristiche uniche in ogni contesto. Dalla maestosa Venezia barocca alle vibranti sfilate di Rio de Janeiro, dal fervore del Carnevale di Trinidad e Tobago alla raffinatezza della festa dei fiori di Nizza, il Carnevale si è adattato e evoluto nel corso dei secoli, abbracciando le culture e le tradizioni delle comunità che lo celebrano.

Qual è il significato del Carnevale?

La radice del termine “carnevale” risiede nel latino carnem levare, che si traduce in “eliminare la carne“. Questa parola indicava il sontuoso banchetto che concludeva il tempo di Carnevale, noto come martedì grasso per un motivo ben preciso: questa festa anticipava il periodo di astinenza e digiuno imposto dalla Quaresima, durante il quale il consumo di carne era proibito.

Il Carnevale, quindi, diventava un’opportunità per concedersi un ultimo momento di piacere a tavola prima di abbracciare il periodo di penitenza e pentimento. L’etimologia stessa del termine ci sottolinea l’importanza simbolica di questa festa e la sua profonda connessione con la tradizione religiosa, rappresentando un momento di transizione tra l’abbondanza e la rinuncia, tra l’eccesso e la disciplina.

Tuttavia, il significato del Carnevale va oltre la sua origine religiosa. È un’occasione per celebrare la bellezza della vita, per esprimere la propria creatività attraverso travestimenti e maschere, e per ritrovarsi insieme al resto della comunità per condividere momenti di gioia e spensieratezza. In molte culture, il Carnevale rappresenta anche un’opportunità per sfidare le regole sociali e culturali, per rovesciare l’ordine costituito e per consentire l’espressione di desideri e impulsi altrimenti repressi.

Come mai ci si maschera a Carnevale?

L’usanza di mascherarsi durante il Carnevale affonda le sue radici in tempi antichi. Gli antichi greci, durante i riti dionisiaci, e i romani, durante i Saturnali, praticavano l’uso delle maschere per celare la propria identità. In quei giorni di festa, nei quali come abbiamo visto le gerarchie sociali venivano rovesciate, era in qualche modo consentito a tutti di infrangere le regole e di sperimentare una libertà totale. Indossare una maschera forniva l’opportunità di rimanere anonimi e di esprimersi senza restrizioni, liberando l’individuo da qualsiasi costrizione sociale.

Con il trascorrere del tempo, l’usanza di mascherarsi a Carnevale non solo è sopravvissuta, ma si è arricchita di significati e tradizioni. Ogni città ha sviluppato le proprie maschere tipiche, dando vita a personaggi iconici come l’Arlecchino milanese, il Pulcinella napoletano e il Rugantino romano.

Durante il Carnevale, quindi, molte persone trovano il coraggio di fare ciò che nel resto dell’anno non oserebbero mai. Le maschere diventano un simbolo di liberazione, consentendo agli individui di esprimere la propria creatività, di lasciarsi andare ai desideri più nascosti e di trasformarsi in personaggi diversi dalla loro vita quotidiana.

Indossare una maschera a Carnevale è quindi un’esperienza che va oltre il mero divertimento. È un modo per infrangere le convenzioni e superare le barriere sociali, permettendo a ognuno di esprimere la propria personalità in modo libero e disinibito. Il Carnevale diventa così un momento speciale in cui il gioco, la fantasia e la sperimentazione prendono il sopravvento, creando un’atmosfera unica.

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