Verme Giapponese tossico e mostruoso avvistato nel Parco di Portofino

Un verme "tossico" proveniente dal Giappone è stato avvistato in Italia, nel Parco di Portofino. L'inquietante scoperta è stata fatta da un quattordicenne

16 Novembre 2016
Fonte: Wikipedia

Un particolare verme tossico e alquanto inquietante è stato avvistato in questi giorni in Italia, più precisamente nel Parco di Portofino. Come si legge da Il secolo XIX, la bizzarra scoperta è stata fatta dal figlio quattordicenne del guardiano del Parco, Gianfranco Repetto. Il ragazzo, aspettava, infatti, l’autobus che lo avrebbe portato a scuola quando a un certo punto una creatura strisciante ha attirato la sua attenzione. Si trattava, infatti, di un vermicello dal corpo piatto e con striature e la testa a martello. Il ragazzino è riuscito anche a produrre una testimonianza fotografica grazie al cellulare di cui era provvisto.

Il bipalium kewense

Il giorno dopo la scoperta è arrivata la risposta dai naturalisti del Parco di Portofino e dell’Area marina: il verme sconosciuto e bizzarro altro non è che un verme giapponese, il bipalium kewense. Tale specie molto probabilmente è giunta in Italia con le navi mercantili seguendo le rotte commerciali al riparo da occhi indiscreti e mimetizzandosi tra una pianta e l’altra.

Questi vermi sono originari del Giappone e sono giunti poi nella Corea del Sud e in Europa. Una particolarità di questa planaria è che si riproducono per via asessuata, così da alcuni frammenti del loro corpo possono generare nuovi e completi individui. Ciò è dovuto al fatto che il bipalium kewense è in grado di auto-rigenerarsi. In ogni caso esistono alcune specie che riescono a riprodursi sessualmente e deporre le uova.

Tossico o non tossico?

E’ vero che il verme giapponese produce potenti neurotossine, tuttavia pare infondato l’allarme che è scattato secondo cui possa essere tossico. Il motivo di questa precauzione? Spiega Alberto Girani, direttore dell’Ente del Parco, che è meglio assumere un atteggiamento di timore e di diffidenza verso le specie poco conosciute, o addirittura sconosciute e “forestiere”. D’altronde, esistono delle planetarie terrestri esotiche, come le Platydemus manokwari e l’Arthurdendyus triangulatus, che hanno portato quasi in via d’estinzione alcune specie di molluschi e lombrichi, distruggendo gli ecosistemi e impattando gravemente sull’agricoltura.

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