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Vuoi farti congelare? Ecco cosa accadrà quando ti risveglierai

Dopo il caso della 14enne inglese che si è fatta ibernare, divampa la polemica sulla 'criogenesi'

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L’ibernazione come ‘sospensione’ in attesa di una soluzione per malattie al momento incurabili: non si placa l’eco suscitata dalla sentenza di un tribunale inglese che ha concesso ad una ragazza di 14 anni l’ibernazione post mortem nella speranza di risvegliarsi in un futuro nel quale il suo corpo possa essere guarito dal cancro.

Ma cosa accade veramente ad un corpo sottoposto a criogenesi, questo il termine scientifico della suddetta ‘ibernazione’, peraltro illegale in alcuni paesi? E, soprattutto, quali speranze di guarigione può ottimisticamente riservarci il futuro, al ‘netto’ che rischiamo di risvegliarci senza conoscere nessuno e in una realtà ignota?

Per quanto riguarda la criogenesi, il centro più avanzato al mondo è quello di Alcor, in Arizona, che ha 1583 ‘soci’, 1104 dei quali hanno già completato le procedure per un’eventuale ibernazione appena morti. Al momento sono 143 i corpi ‘congelati’, 104 uomini e 39 donne.

La procedura prevede che i medici del centro si rechino nella residenza dell’uomo o nell’ospedale dove è dichiarato morto, quindi sistemino corpo e cervello in una cella portatile con ghiaccio secco a -79°, e lo trasferiscano infine nel centro Alcor, dove viene conservato a -196°.

Ma cosa accadrà al corpo quando verrà risvegliato, magari tra 200 anni quando verrà trovata la soluzione per la malattia che ha spinto l’individuo a farsi ibernare? In realtà non ci sono risposte sicure: ad esempio, alcuni sostengono che un cervello ‘congelato’ possa aver subito danni tali da non poter essere funzionante. Si tratta di un dubbio non da poco, specie se si considera che molte persone hanno preso la decisione di ‘criogeneizzare’ solo il cervello, con l’obbiettivo di ‘impiantarlo’ nel futuro in un robot o in un clone di se stessi.

Di sicuro c’è chi è fiducioso in una soluzione del genere. Ad esempio, un’azienda tecnologica, la Humai, sta monitorando gli sviluppi della robotica e, parallelamente, della medicina e sostiene che tra una trentina d’anni le persone potranno ritornare dalla morte e vivere praticamente per sempre in corpi da ‘umanoidi’, ringiovanendo e migliorando costantemente le cellule del cervello con la nanotecnologia e la clonazione.

La prospettiva è condivisa anche da altri scienziati e personaggi come il miliardario russo Dmitry Itskov, che ritiene che già nel 2035 sarà possibile ‘caricare’ i dati del proprio cervello in un computer e rendere così virtualmente immortale l’uomo o meglio, il robot nel quale verranno poi riversati i dati dek cervello umano.

“Molti scienziati parlano di ‘caricamento’ o ‘transfer della mente” ma io preferisco definirlo ‘transfer della personalità – ha dichiarato Itskov – Siamo in un’epoca nella quale la tecnologia può davvero condizionare l’evoluzione umana. Vogliamo dare forma al nostro futuro, parlarne insieme ed evitare qualsiasi scenario che possa danneggiare l’umanità”.

Umanità ma non solo, visto che in una città appena fuori Mosca, cinque cani e sei gatti sono stati congelati in vasche piene di nitrogeno liquido, con la possibilità per i loro padroni di farsi ibernare al loro fianco e risvegliarsi insieme. La KrioRus, la società che fornisce il servizio, chiede circa 24mila euro per preservare un cane di grandi dimensioni per un periodo indefinito. Indefinito almeno quanto il futuro che aspetta lui e gli altri ‘criogenati’.

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