Il destino di Pep Guardiola passa ancora una volta dall'Italia, dopo che nella Penisola si è fatto notare come calciatore con le maglie di Roma e Brescia, dove incontrò il suo grande amico e mentore Carletto Mazzone.
L'allenatore del Manchester City, minuzioso studioso dei dati di ogni singolo allenamento e di ogni singola partita, qualche tempo fa aveva indetto una gara-bando intitolata #hackmcfc, una sorta di competizione tra cervelloni per dare vita a un algoritmo che tornasse utile a Guardiola nella sua applicazione sul campo.
Il team che l'ha spuntata, signore e signori, è italiano!
Almeno per tre quarti: elaborato da Mario Savo, ex performance analysta del Latina di Mark Iuliano in serie B, il progetto ha potuto contare anche sull’apporto di Matteo Consonni (milanese responsabile del programma di innovazione dell'Università di Amsterdam), Gian Piero Cervellera (professore di informatica applicata all'Università di Siena) e del designer inglese Jeshua Maxey. A loro quattro, i più votati fra settanta partecipanti (a loro volta scorporati da 30mila candidati), è andato il premio di 10mila sterline (poco più di 11.800 euro) per sviluppare un software di match analysis in collaborazione con il Manchester City. Il premio comprende anche biglietti per le gare dell'Etihad Stadium e le maglie dei Citizens.
Per permettere ai geni di tutto il mondo di lavorare al meglio, il City ha condiviso con loro – previa patto di segretezza – un'infinità di dati di 10 partite della scorsa stagione compresi di tiri, cross, passaggi, ammonizioni, gol, chilometri corsi. A partire da questi numeri Savo, Consonni, Cervellera e Maxey hanno creato un progetto tattico basato proprio sulla tattica posizionale del gioco di Guardiola.