Uno dei momenti immancabili in ogni viaggio a Roma, che sia per lavoro o per vacanza, è fare tappa alla Fontana di Trevi. E non conta quante volte si è già visitata la città: fermarsi a contemplare questo capolavoro amato (forse anche un po’ invidiato) in tutto il mondo è un autentico must. Ovviamente, la tradizione beneaugurale prevede poi il lancio di una monetina che ci assicura il ritorno nella Città Eterna. Ma vi siete mai chiesti che fine fanno i centesimi e quanto vale il “tesoretto” annuale di Trevi?

Intanto, ricordiamo che la pratica del lancio delle monetine è antica più di due secoli; nel corso dei decenni milioni di persone si sono messe con le spalle alla fontana per compiere l’iconico gesto. Così, il movimento rapido è accompagnato da un altrettanto veloce sguardo alla monetina che affonda nell’acqua. Il primo a dare il via a questa pratica fu un archeologo, Wolfgang Helbig, che nel 1800 compì il primo di un serie infinita di lanci.

E veniamo al destino delle monetine dei turisti. La raccolta delle monete nella Fontana di Trevi è desinata alla Caritas, ente benefico che riceve anche le monete da altre fontane cittadine. Un bel gruzzolo – messo a bilancio – che è destinato a progetti sociali con cui viene assicurata assistenza ai senzatetto e ai poveri della Capitale.

Secondo quanto riportato da AGI, solo nel 2018, la raccolta delle monetine di Trevi ha portato alla Caritas diocesana 1 milione 500 mila euro, pari a circa il 15% del bilancio. E proprio tra il 2017 e la fine del 2018 l’ente aveva temuto di perdere quell’introito ma l’accordo datato 31 dicembre 2018 ha semplicemente reindirizzato i fondi.

La parte prevalente del “tesoretto” viene assegnata tramite bandi per progetti sociali mentre il rimanente è impiegato per la manutenzione del patrimonio culturale e per l’Acea, che ha l’incarico di quantificare l’ammontare del denaro periodicamente raccolto.