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Addio tinta! Capelli bianchi tornano al colore originale così: lo dice la scienza

Un'importante scoperta scientifica ci svela che i capelli bianchi possono "tornare indietro". Ma è vero che possono recuperare la tinta originale?

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Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

Con l’avanzare dell’età, tante e tanti di noi giungono, inevitabilmente, a interrogarsi su un aspetto cruciale riguardo alla propria chioma: i capelli bianchi possono ritornare alla loro tonalità originale? Questo quesito non solo riflette il desiderio di conservare un aspetto giovane, ma sottolinea anche l’incessante curiosità dell’umanità verso il funzionamento dell’organismo. Tra le altre cose, si tratta di una domanda che ha catturato l’attenzione non solo dei vanitosi, ma anche degli scienziati. Numerose ricerche nel campo hanno indagato con zelo su questo tema, e i risultati sorprendenti che emergono suggeriscono che il ritorno dei capelli bianchi al loro colore originale è più che una semplice fantasia. Anzi, possiamo dire che la scienza, grazie agli avanzamenti della ricerca, ha offerto un bagliore di speranza, dimostrando che, in determinate circostanze, è possibile ravvivare la tonalità dei capelli ormai argentati o completamente bianchi, purché si seguano attentamente una serie di indicazioni specifiche.

I capelli bianchi possono tornare al loro colore originale?

Andiamo con ordine e partiamo dal principio. La ricerca sull’imbiancamento dei capelli e il suo possibile invertimento ha portato a una serie di risultati incoraggianti.

Uno studio condotto dal Columbia University Irving Medical Center di New York e pubblicato su eLife nel 2021 (intitolato Quantitative mapping of human hair greying and reversal in relation to life stress) getta nuova luce sulla questione della reversibilità della canizie.

Secondo questa ricerca, la comparsa dei capelli grigi può essere invertita in determinati casi, specialmente quando è correlata a eventi traumatici o a situazioni di stress. I risultati suggeriscono che l’osservazione della pigmentazione dei capelli può offrire preziose informazioni sullo stato psicologico di un individuo.

Gli studiosi hanno analizzato i cambiamenti nella pigmentazione della chioma, aprendo la strada alla possibilità di ripristinare la colorazione originale dei capelli. La ricerca ha coinvolto un’attenta osservazione dei capelli grigi, calcolandone la velocità di ricrescita e identificando il momento in cui iniziavano a perdere il proprio colore. Questo approccio ha permesso di individuare una correlazione diretta tra lo stato psicologico degli individui e la presenza di capelli grigi.

Il test ha quindi rivelato che i capelli bianchi possono ritornare al loro colore originale in risposta alla riduzione dei livelli di stress.

Da questo punto di vista, gli studiosi hanno individuato una sorta di “soglia di invecchiamento temporaneo“, indicando che eventi particolarmente stressanti possono accelerare il processo di canizie, ma una volta che la tensione diminuisce, alcuni capelli bianchi possono ritornare alla loro tonalità naturale.

Qual è il gene dei capelli bianchi?

Immaginate un mondo in cui la causa dell’imbiancamento dei capelli fosse finalmente svelata. Questa rivelazione potrebbe condurci a un futuro senza la necessità di tinte o di shampoo coloranti. Uno scenario che, alla luce di quanto detto finora, non è più solo un sogno distante, poiché nel 2016 una squadra di ricercatori presso una rinomata università londinese ha individuato il principale responsabile dei capelli bianchi: il gene Irf4.

Secondo uno studio condotto presso l’University College di Londra su circa 6350 individui latinoamericani di varie origini, tra cui europea, africana e americana, l’ingrigimento dei capelli non è solo una questione di fattori ambientali, ma ha una radice genetica profonda. Questo studio, guidato dal dott. Kaustubh Adhikari e intitolato “A genome-wide association scan in admixed Latin Americans identifies loci influencing facial and scalp hair features”, ha coinvolto una vasta gamma di persone di diverse etnie, gettando nuova luce sulle cause genetiche dell’ingrigimento dei capelli.

Il gene Irf4, precedentemente identificato come responsabile del colore dei capelli, è stato riconosciuto anche come un fattore determinante nell’ingrigimento dei capelli. Lo stesso studio – pubblicato all’epoca su Nature Communications ha identificato una serie di altri geni coinvolti nella fisiologia dei capelli, come il gene FOXL2 che interviene sullo spessore delle sopracciglia, il gene EDAR per la densità della barba e la forma dei capelli, e il gene PRSS53 che determina i capelli ricci. Tuttavia, questi geni non agiscono isolatamente; piuttosto, interagiscono sia tra loro che con fattori esterni ancora da identificare completamente.

Inoltre, lo studio ricorda un concetto già da tempo conosciuto e accettato: è la melanina, prodotta dai melanociti alla base dei follicoli piliferi, ad essere fondamentale per il colore dei capelli. Quando i melanociti invecchiano e smettono di produrre melanina, i capelli diventano grigi. La sfida ora è comprendere come influenzare il gene Irf4 per evitare l’invecchiamento dei melanociti e permettere loro di continuare a produrre melanina anche con l’avanzare dell’età.

Il nostro organismo può produrre più melanina per evitare ai capelli di imbiancare?

La melanina è un elemento fondamentale per la nostra protezione contro i danni causati dai raggi ultravioletti del sole. Essa gioca un ruolo cruciale nella colorazione della pelle e in quella dei capelli, e la sua produzione può essere influenzata da diversi fattori.

Tra i fattori che influenzano la produzione di melanina possiamo indicare:

  • Esposizione al sole: l’esposizione alla luce solare stimola i melanociti a produrre maggiori quantità di melanina. Così si spiega il motivo per il quale la pelle tende a scurirsi con l’esposizione al sole, ad esempio con l’abbronzatura.
  • Genetica: la quantità di melanina prodotta è in parte determinata dal nostro corredo genetico. Le persone con carnagione più scura tendono ad avere più melanina rispetto a quelle con carnagione più chiara.
  • Ormoni: gli estrogeni e il progesterone possono influenzare la produzione di melanina. È comune che le donne manifestino macchie scure sulla pelle durante la gravidanza o la menopausa, essa è determinata appunto dalla melanina.
  • Alimentazione: assumere alimenti ricchi di carotenoidi, come carote, pomodori e patate dolci, può essere aumentare la produzione di melanina.

Aumentare la produzione di melanina del nostro organismo è possibile. Innanzitutto, con la tintarella: l‘esposizione al sole per periodi brevi può incrementare la produzione di questa sostanza. Tuttavia, è essenziale proteggere la pelle con una crema solare ad alto SPF per prevenire danni causati dai raggi UV. Esistono inoltre numerosi integratori alimentari che contengono carotenoidi e altri nutrienti che possono favorire la produzione di melanina. Tra questi c’è la l-tirosina, un amminoacido può essere convertito in melanina ed è disponibile come integratore alimentare. Inoltre, il nostro consiglio è di limitare gli alcolici e di non fumare, oltre che di mantenersi idratati e fare attività fisica.

La produzione di melanina da parte del nostro corpo, però, diminuisce con l’età. Per questo i nostri capelli si imbiancano con il tempo.

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