Sorseggiare una bevanda durante un volo aereo è, per molti viaggiatori, un momento di distensione e relax, soprattutto se volare a migliaia di chilometri dal suolo non è esattamente ciò che si ama di più. Così, il passaggio dell’hostess con il carrello dei drink diventa una panacea che si aspetta fin dal decollo. Eppure, proprio secondo quanto raccomandano gli assistenti di volo, ci sarebbero alcune bevande da evitare assolutamente e altre che, al contrario, sono da preferire.

I motivi sono sostanzialmente due. Il primo ha a che fare con il processo di disidratazione che un drink può innescare, mentre il secondo è connesso con la diversità di sapore che l’alta quota può causare al succo. L’aria secca e la pressione della cabina, infatti, possono alterare la normale funzionalità delle papille gustative nei passeggeri. Da questo punto di vista, il drink da privilegiare è il Ginger Ale, gustoso analcolico a base di zenzero che non subisce alcuna variazione di gusto con l’altitudine. Caldamente suggerita da hostess e steward, aiuta anche a dare sollievo allo stomaco nei voli più turbolenti.

Bene anche un semplice bicchiere di acqua frizzante, che rilassa l’addome e assicura l’idratazione per tutta la durata del viaggio combattendo anche un eventuale jet-lag. I medici, anzi, consigliano a piloti e assistenti di assumere almeno un litro di acqua ogni quattro ore in modo da arrivare a destinazione in piena forma. Da evitare, invece, l’alcol e ogni tipo di bevanda con alto contenuto di sodio e di sale, a partire dal succo di pomodoro.

È per questo, infatti, che il drink più sconsigliato è il popolare Bloody Mary, che pure è spesso richiesto a bordo. In cosa consiste il problema? Tutti gli alimenti e i liquidi che contengono molto sale aumentano il rischio di gonfiore a gambe, caviglie e piedi, un vero e proprio fastidio diffuso quando si vola che può rendere un inferno trascorrere ore seduti in uno spazio ridotto.