Dal 18 maggio in programmazione al cinema ‘I peggiori – Eroi a pagamento’, l’ennesimo tentativo italiano di proporre qualcosa di originale nel panorama del grande schermo, qualcosa che risollevi il cinema italiano dallo stereotipo inevitabile che lo lega alle fiction ed alle storie da fiction. Questo tentativo vede il regista Vincenzo Alfieri protagonista lui stesso del film insieme a Lino Guanciale.
Trama
Due fratelli romani trapiantati a Napoli, Massimo che lavora per una impresa edile e Fabrizio che lavora come archivista al tribunale, nonostante la laurea in legge, sono stanchi di una vita che ogni giorni gli propone di arrancare; una volta benestanti ora si trovano a dover lottare per non perdere l’affidamento della sorella tredicenne. Decidono di inventarsi qualcosa per fare soldi ed inventano un sistema davvero originale.
Saranno i nuovi eroi che ripuliranno il quartiere dai cattivi, eroi a pagamento dall’aspetto social attraverso cui condividere le loro imprese avventurose. Si faranno chiamare i ‘Demolitori’ ed il loro compito sarà quello di aiutare chi ha subito un torto, documentando ogni cosa; e le loro prestazioni saranno a pagamento. Una sorta di eroi popolari, eroi che non sono fuori dal mondo ma ne fanno parte e da esso nascono per portarvi ordine e giustizia.
Recensione
Quello che caratterizza questo film è il gran lavoro del regista e del reparto montaggio. Specialmente in quest’ultimo ci sono sentori d’oltreoceano che caratterizzano le scene d’azione, ci sono sequenze messe bene una dietro l’altra a costruire e raccontare al meglio quello che è il messaggio precipuo del soggetto del film. Gran lavoro alla regia di Vincenzo Alfieri che debutta in maniera egregia alla regia e costruisce un film, costruito bene ma che presenta altre pecche.
Le pecche di questo film, tutto sommato abbastanza gradevole, stanno nella poca originalità, non tanto del soggetto che, anzi, risolleva gli animi, ma nello sviluppo dello stesso lungo la pellicola che appare via via con lo scorrere dei minuti molto scarno, lasciando a nudo un racconto che si mostra un po’ privo di idee. Tutto sommato resta un buon tentativo di proporre qualcosa di originale, ma la falsariga di titoli precedenti come ‘Smetto quando voglio’, rimane in agguato nell’ombra.