Il 5 luglio partirà il percorso della Route 22. Si tratta di un progetto al quale Andrea Devicenzi tiene molto. Questi attraverserà con la sua bicicletta e successivamente praticando trekking ben 16 paesi. Il suo obiettivo è quello di giungere in questa maniera al Mar Glaciale Artico. Andrea dovrà percorrere ben 11 chilometri e non sarà da solo.
Ad accompagnarlo in quest’avventura ci sarà un ragazzo che, tempo addietro, ha dovuto subire, proprio come lui, l’amputazione di una gamba. Stiamo parlando di Massimo Spagnoli. Entrambi hanno dovuto subire questo intervento a seguito di un incidente in moto. Questa particolare sfida atletica ha uno scopo ben preciso. Route 22 è un tentativo di sensibilizzazione circa il nesso che può e deve esserci tra sport e disabilità.
La situazione in Italia
Secondo l’atleta infatti nel nostro paese la situazione non è delle migliori. Lo sport per le persone disabili appare ancora poco sviluppato. Ecco perché Andrea e Massimo hanno deciso di realizzare questa sorta di maratona, per poter attirare maggiormente l’attenzione dell’opinione pubblica. Pare che la percentuale di popolazione coinvolta in queste attività sia davvero bassa.
I ragazzi stanno da tempo cercando testimonial importanti. E finora la risposta è stata più che soddisfacente. Innanzitutto i due hanno fatto tappa in diversi centri sportivi importanti. Si sono recati in quel dell’Inter, Milan, Roma e Torino. Inoltre sono stati ospiti di Radio Deejay.
I testimonial
Il tema dello sport per i disabili dunque coglie la sensibilità di tanti personaggi pubblici. Basta pensare che al progetto hanno aderito, dandogli voce e pubblicità, personalità quali Donnarumma, Linus e Belotti. Andrea grazie a Route 22, è stato ospite alla Manali Leh in India, alla Parigi Brest Parigi e al Machu Picchu.Andrea Devicenzi è un atleta davvero straordinario. Basti pensare che dopo quest’impresa, prenderà parte al Giro d’Italia.
L’importante competizione inizierà il 28 settembre. La Route 22 ovviamente partirà dall’Italia. Speriamo che in questo modo le nostre percentuali si avvicinino a quelle del Regno Unito, incredibilmente distante dall’Italia, in materia di sport per disabili. Vedremo se Andrea e il giovane accompagnatore Massimo riusciranno a raggiungere il Mare Artico. In caso contrario resta comunque un’iniziativa lodevole, capace di dare alla nostra situazione ulteriori stimoli.