Antartide, scoperti pinguini che scappavano dal surriscaldamento

In Antartide è stata scoperta una maxi colonia formata da 1,5 milioni di esemplari fuggiti dal surriscaldamento globale

5 Marzo 2018

Una colonia di 1,5 milioni di pinguini sulle Danger Islands. La notizia arriva dall’Antartide dove un gruppo di ricercatori ha scoperto la presenza di alcuni esemplari che sono riusciti a sfuggire ai danni del surriscaldamento globale.

Si tratta dei pinguini di Adelia che popolano le coste del continente antartico, ma che negli ultimi anni sono stati sempre più minacciati dallo scioglimento dei ghiacciai. Per questo gli scienziati sono rimasti positivamente sorpresi quando hanno individuato la maxi colonia.

“È stata un’esperienza incredibile, sia trovare che contare così tanti pinguini” ha spiegato Tom Hart, professore dell’Università di Oxford che ha guidato il team di scienziati e ha illustrato i risultati dello studio sulla rivista Scientific Reports.

Inizialmente gli esperti avevano individuato la presenza dei pinguini tramite le immagini satellitari, in seguito hanno deciso di osservare più da vicino gli animali. Una volta arrivati sul posto gli scienziati sono riusciti a contare 751.527 coppie di pinguini. In seguito il team di studiosi ha confrontato le immagini raccolte con altre risalenti al 1959, constatando che come la colonia sia rimasta abbastanza stabile negli ultimi 60 anni.

“Arrivato lì, sono rimasto stupito dall’enorme numero di pinguini di Adelia che si vedevano – ha raccontato il ricercatore Michael Polito, della Louisiana State University, che è volato in Antartide -. L’acqua intorno all’isola era piena di pinguini. Questa emozionante scoperta ci mostra quanto ancora c’è ancora da imparare su questa incredibile e iconica specie. Ma rafforza anche l’urgenza di proteggere le acque antartiche dalle doppie minacce di sovrasfruttamento e cambiamenti climatici”.

A rendere ancora più straordinaria la scoperta è il fatto che il ritrovamento dei pinguini di Adelia è avvenuto a breve distanza da una zona in cui la popolazione è in declino. “Non è stato facile arrivare lì – ha confessato Heather Lynch della Stony Brook University – il mare nella zona è impraticabile per gran parte dell’anno e anche in piena estate è difficile sbarcare per compiere esplorazioni”.

“Siamo stati molto fortunati nel trovare un periodo di tempo in cui il ghiaccio marino è receduto e una nave è potuta passare – hanno concluso gli scienziati – e ora che sappiamo che questo piccolo gruppo di isole è così importante dovrà per forza essere protetto meglio dalla pesca”.

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