Apposto o a posto? Commetti anche tu questo errore di grammatica?

Quanto avevate in italiano? Se la grammatica è sempre stato il vostro debole, rivediamo insieme qualche errore piuttosto comune e correggiamolo!

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Si dice che l’italiano sia una delle lingue più belle al mondo: d’altronde la nostra patria è famosa non solo per i santi e i navigatori ma anche per i poeti e i romanzieri che hanno reso omaggio in modo ineguagliabile alla nostra lingua. Uno di essi, Andrea Camilleri, ci ha lasciati da poco ma nella sua lunga carriera ha trasmesso ai suoi lettori l’infinito amore per le parole italiane e, ovviamente, relative al dialetto siciliano.

Vi ricordate che voto avevate in italiano alle superiori? Molti di noi hanno sempre avuto qualche difficoltà con i verbi (Luigi Di Maio, per esempio, è stato bacchettato dall’Accademia della Crusca per i suoi congiuntivi fantasiosi), l’analisi logica, gli accenti o l’uso delle “acca”. Ciò non vuol dire che non sia ora di fare chiarezza e ripassare qualche regola fondamentale che spesso, nel parlato di tutti i giorni, tendiamo a dimenticare.

Qual è la forma corretta, “apposto” o “a posto”? La risposta non è così scontata poiché questo tipo di fraintendimento è piuttosto comune (a proposito, sapete qual è l’uso idoneo di “piuttosto che”?). Chi di voi crede che si dica “apposto” deve rivedere alla svelta le proprie convinzioni, poiché si dice a posto. “Apposto” come termine esiste certamente, ma corrisponde al participio passato di apporre. Un esempio di come utilizzare entrambi i termini può essere: “Ho apposto il timbro sulla lettera, ora è a posto!”

Niente paura, però… L’autorità in fatto di italiano, l’Accademia della Crusca, ha provveduto a stilare un elenco delle espressioni più bizzarre che oramai trovano spazio nella nostra lingua, spesso importate e adattate dall’inglese e dal mondo del web (se siete curiosi di immergervi in un altro idioma, eccovi accontentati!).

Tra le trappole linguistiche più diffuse, anche “a secondo di” (è corretto dire “a seconda di”), “affianco” tutto attaccato, “d’accordo” senza apostrofo e l’onnipresente accento su “fa”.

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