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La Palombelli difende il titolo di Libero Quotidiano sulla Raggi

La giornalista, conduttrice di Forum, ha espresso la sua opinione sul discusso titolo pubblicato da Libero in merito alla questione Raggi-Marra

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È una provocazione, la sua o un convincimento profondo, legato a doppio filo allo stato del giornalismo nostrano? Quanto asserito da Barbara Palombelli è destinato a suscitare delle reazioni, a sorprendere. “Il giornalismo deve essere così, deve dare un cazzotto al lettore, stupire, far litigare, insomma fare tutto tranne che essere conformista”.

La giornalista non ha dubbi: il titolo di Libero Quotidiano (che nulla ha a che fare con Libero.it, lo storico portale internet) su Virginia Raggi, “Patata bollente”, non le procura alcun fastidio, indignazione.

In un’intervista al quotidiano diretto da Vittorio Feltri, la Palombelli afferma che quel titolo non l’ha scandalizzata: “Penso che sia stato una sorta di test sul politicamente corretto. Sappiamo tutti che alcune donne vengono difese e altre no. Quando lo stesso titolo era stato fatto per la storia di Ruby e Berlusconi tutti zitti: si sa, l’indignazione italiana va a secondo del momento”.

La Palombelli difende i polemisti, specie in via di estinzione: “Ci sono persone come Vittorio Feltri, su cui si può essere d’accordo o meno, che non si uniscono al coro. Una volta esistevano i giornali ed esistevano i notiziari. Oggi si è tutto appiattito, è un copia e incolla generale. Ben vengano i polemisti”.

La conduttrice di Forum parla poi di uno dei casi che più hanno fatto discutere recentemente in materia di privacy, quello della giornalista di Sky, Diletta Leotta.

“Valeva quando io avevo 20 anni e vale oggi. Se vuoi essere autorevole nel tuo mestiere un minimo devi rinunciare agli spacchi. Caterina Balivo aveva ragione a dire che non si può parlare di privacy con le cosce di fuori”.

Palombelli avvalora la sua tesi citando un episodio personale: “Quando iniziai la mia carriera andai con mia madre a prendere due tailleur, uno blu e uno nero, che erano diventati la mia divisa per andare a Montecitorio. Se ti proponi come una cubista o come Marilyn Monroe non dai l’immagine dell’autorevolezza. Sottolineo però che vale anche per gli uomini. Si ricorda la canotta di Umberto Bossi?”.

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