Tutti amano il biliardino. Il campo da calcio grande come un tavolo, dove i giocatori sono fatti di plastica e calciano la palla grazie al movimento rotatorio delle aste, è un evergreen che non passa mai di moda. Il biliardino – anche detto “calcio balilla” – ha accompagnato l’infanzia (e l’età adulta) di tutte le generazioni e almeno negli anni ’90 non c’era bar che non ne avesse uno. Adesso è un po’ meno diffuso, ma sempre attuale. E lo dimostrano le creazioni di questo designer argentino.
Martin Setule è un grafico argentino che vive a Buenos Aires, la città con più stadi di calcio al mondo. E questo è lo sport che il designer si porta nel sangue, tanto che ha pensato a un upgrade del famoso biliardino: Martin ha ricreato questi campi da calcio artificiali, ma li ha elaborati a tal punto da costruirvi intorno dei veri e propri stadi. Il risultato è che questi biliardini sono enormi, raffinatissimi e super accattivanti e sono molte le persone che sognano di averne uno in casa per poterci giocare. E – in effetti – sono meravigliosi: Martin Setule li costruisce con dovizia di particolari e non si lascia sfuggire il minimo dettaglio. Il suo laboratorio si trova a cento chilometri da Buenos Aires e lì passa la gran parte delle sue giornate, a fare e costruire questi giganteschi stadi a forma di biliardino. Diventando una celebrità non solo nel suo paese, ma anche nel resto del mondo.
Il biliardino è nato in Europa tra la prima e la seconda guerra mondiale, ma non si è mai saputo con certezza chi sia il suo vero inventore. Ma è nel 1947 – quando iniziarono a essere prodotti in serie in Francia – che il calcio balilla ha avuto il suo successo strepitoso. La popolarità del biliardino crebbe così tanto che poco dopo iniziò a essere esportato al dì fuori dei confini francesi per poi approdare – nel 1949 – in Italia. Il particolare curioso, è che i fornitori del Bel Paese erano… i produttori di bare. Negli anni ’50 iniziò a diffondersi anche in America, quando i soldati di ritorno dall’Europa fecero conoscere il biliardino al resto della popolazione.