Boss delle cerimonie, l'Ordine di Malta: "Non era uno di noi"

Antonio Polese si dichiarava appartenente al Sacro Ordine dei Cavalieri Crociati di Malta

5 Dicembre 2016

Indossava il mantello e metteva al collo il medagliere: Antonio Polese, il ‘boss delle cerimonie’ si dichiarava appartenente al Sacro Ordine dei Cavalieri Crociati di Malta. A pochi giorni dalla morte, avvenuta lo scorso primo dicembre, arriva una nota dell’ufficio stampa del Sovrano Ordine di Malta a fare chiarezza sulla vicenda.

“Il ‘Sacro Ordine dei Cavalieri Crociati di Malta‘, al quale il sig. Polese ha dichiarato di appartenere – si legge nella nota – è una organizzazione non riconosciuta, che tenta di utilizzare il nostro nome ed i nostri simboli, che sono legalmente registrati in oltre 100 paesi del mondo. Persone ed organizzazioni in numerosi paesi fanno uso del nostro nome o di nomi similari al nostro per finalità non collegate con gli scopi e alle tradizioni dell‘Ordine di Malta. Questi organismi e associazioni perseguono soprattutto scopi di lucro, ed oltre a creare equivoci e confusione, danneggiano la buona fede di quanti vi finiscono coinvolti”.

“Il Sovrano Ordine di Malta – conclude la nota – ha una storia di quasi 1000 anni, dal 1834 ha la sede di governo a Roma. Ente primario di diritto internazionale, intrattiene rapporti diplomatici bilaterali con 106 Stati tra cui la Repubblica Italiana e la Santa Sede. Ha rappresentanze ufficiali presso le Nazioni Unite, l’Unione Europea e numerose Organizzazioni Internazionali. Le attività svolte in oltre 120 paesi del mondo si sviluppano nell’assistenza medico-sociale e nel soccorso prestato alle vittime di conflitti o di calamità naturali”.

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