Da quel 29 dicembre del 2013, che ormai sembra lontanissimo, Michael Schumacher non si è mai ripreso: la botta alla testa rimediata sugli sci durante un fuoripista tra Chamois e La Bichesulle, sulle nevi della località francese di Méribel in Savoia (Francia), è stata violentissima e nonostante il casco ha causato il coma del pilota (per un grave trauma cranico subìto e per un’emorragia cerebrale).
Dal 16 giugno 2014, quando, uscito dal coma, ha lasciato l’ospedale di Grenoble dove era ricoverato, sulle sue condizioni si sono susseguite voci e ipotesi spesso tenute a bada, smentite o confermate dalla sua portavoce e manager Sabine Kehm.
Nel corso di un’intervista alla BBC, però, l’ex direttore tecnico della Ferrari Ross Brawn – che Schumacher lo ha assistito alla Benetton e al Cavallino Rampante – ha rivelato le reali condizioni dell’ex pilota tedesco, invitando tutti a non speculare sul suo stato di salute.
“Ci sono segnali incoraggianti e stiamo tutti pregando ogni giorno perché se ne vedano altri – ha esordito Brawn –. Ci sono troppe speculazioni sulle condizioni di Michael, la gran parte delle quali sbagliate”.
Tuttavia i progressi di Schumi sono minimi: “Dobbiamo solo pregare e sperare ogni giorno di vedere dei progressi perché un giorno Michael possa uscirne”, ha proseguito Brawn. Schumacher infatti si trova nella sua villa di Gland, una cittadina di 11mila abitanti vicina a Losanna e affacciata sul Lago di Ginevra, nel Canton Vaud.
Con la ‘regia’ di Brawn, Schumacher ha vinto due titoli Mondiali alla Benetton (1994 e 1995) e cinque alla Ferrari (2000, 2001, 2002, 2003 e 2004).