Bruno Pizzul compie 80 anni. Ecco 9 cose che non sai di lui

Bruno Pizzul è vivo e ha 80 anni. Ecco per che squadra tifa, la sua passione per Roberto Baggio, le telecronache Rai, gli esordi e altre curiosità.

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Giornalista, ex calciatore italiano, telecronista delle partite della Nazionale italiana di calcio dal 1986 al 2002: Bruno Pizzul è nato a Udine l’8 marzo del 1938. Noto non solo agli appassionati di calcio, è un’icona del mondo giornalistico italiano. Ma siete sicuri di sapere tutto su di lui? Ecco nove curiosità su Bruno Pizzul.

1. Al Cibali giocò davvero. Tutti lo conosciamo da telecronista, ma Bruno Pizzul vanta un passato da calciatore nel ruolo di difensore. Il noto giornalista sportivo ha spesso raccontato i suoi anni da giocatore. Il grande salto lo ha fatto a vent’anni quando giocava nella Pro Gorizia e venne notato dagli osservatori del Catania insieme a Tarcisio Burgnich. Pizzul finì al Catania, Burgnich all’Udinese. Giocò in serie B per il Catania dal ‘58 al ‘60, venne prestato per un anno all’Ischia che militava in serie C, per poi tornare al Catania. La sua carriera è finita presto a causa di un infortunio al ginocchio. Al Cibali (lo stadio di Catania) giocò davvero, peccato che non fosse in campo quando Sandro Ciotti esclamò: “Clamoroso al Cibali!”

2. Tifoso del Toro. Ha mosso i primi passi come calciatore all’oratorio di Cormons. All’epoca gli schieramenti calcistici erano ben delineati e i giovani propendevano per Juve o Toro. Pizzul tifava per la squadra granata, erano i tempi del Grande Torino.  Nel cuore anche l’Udinese, squadra della sua città che ha seguito per Quelli che il calcio.

3. Il calciatore preferito è Roberto Baggio. Non ha mai fatto mistero delle sue preferenze. Per Pizzul il più bravo di tutti in campo è stato il codino più famoso del calcio: Roberto Baggio. Del giocatore, che ha ricoperto il ruolo di attaccante e centrocampista, lo ha conquistato la voglia di giocare a calcio per divertirsi e per divertire i tifosi.

4. In ritardo di un quarto d’ora per la sua prima telecronaca. Che il quarto d’ora accademico sia da sempre acconsentito è cosa nota, ma può creare qualche problema quando il ritardo avviene per la telecronaca di un evento sportivo. È successo a Pizzul quando doveva raccontare lo spareggio Juve Bologna in Coppa Italia a Como. Era il 1970 e per fortuna la partita veniva trasmessa in differita. Poi ha fatto sapere che la colpa era da attribuire al giornalista Beppe Viola che lo convinse a ritardare la partenza e a mangiare con lui.  Rimediò al ritardo subito dopo.

5. Il primo Mondiale in Messico: era telecronista Rai da pochi mesi. Altro che gavetta: Bruno Pizzul era da pochi mesi telecronista della Rai e già gli era stato affibbiato un compito importante: quello di raccontare i Mondiali in Messico. La carriera giornalistica e poi quella di commentatore sportivo è iniziata quasi per caso. Pizzul partecipò a un concorso e venne scelto per per prendere parte a un corso di preparazione professionale. Con lui giornalisti del calibro di Bruno Vespa. Venne assunto e in pochi mesi si ritrovò a seguire l’appuntamento calcistico più seguito.

6. Non ha mai raccontato una vittoria dell’Italia a un Mondiale. È stato la voce di cinque Mondiali dal 1986 al 2002, ma non ha mai potuto raccontare i momenti più emozionanti della nazionale di calcio: quelli del 1982 e del 2006. Pizzul è stato telecronista ufficiale per Messico ’86, Italia ’90, Usa ’94, Francia ’98, Giappone – Corea 2002, ruolo che lo ha fatto diventare un simbolo della Nazionale. Un simbolo che non ha mai avuto la fortuna di gridare: “Campioni del mondo”

7.  Le briscole con i calciatori di Milan e Inter. La sfida Milan Inter è considerata il derby d’Italia, Pizzul non ha mai tifato nessuna delle due squadre, ma nel corso del tempo non sono mancate le simpatie. È stato molto legato a Nereo Rocco, che è stato allenatore del Milan, con il quale condivideva le origini e che lo aveva visto giocare da giovane.  Era un tempo diverso da quello attuale, c’era più rapporto fra giocatori e giornalisti, Pizzul ricorda ancora partite a biliardo e a briscola.

8. A tavola carne, pasta e fagioli e vino bianco. Bruno Pizzul proviene dal Collio, terra di vino bianco, scelta che predilige. A tavola preferisce la semplicità optando per pasta e fagioli. Ma i ricordi di gioventù sono legati alla carne, perché il padre era macellaio.

9. Pizzul è vivo. Potrebbe sembrare una frase strana da dire, ma è stato dato per morto molte volte nel corso degli anni. Quindi sì, Pizzul è vivo, ha compiuto 80 anni e gode di buona salute.

Le cose che non sai su Bruno Pizzul Fonte: Ansa

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