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Busta paga, l’amara sorpresa di Pasqua: cosa non troverai

A differenza di Natale e Capodanno, la domenica di Pasqua non è riconosciuta come giorno festivo nell’ordinamento nazionale.

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

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Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Tutti i lavoratori dipendenti in Italia, al di là di quanto previsto dai rispetti contratti di settore, hanno diritto ad essere pienamente retribuiti nei giorni festivi, pur astenendosi dall’attività professionale. Nel caso in cui una certa festività venga a coincidere con il giorno di riposo, lo stesso lavoratore acquisisce il diritto a godere di una giornata di riposo extra della quale beneficiare in qualunque momento successivo.

Pasqua e Pasquetta, due giorni festivi celebrati in tutta Italia, portano con sé non solo le tradizioni religiose, ma anche questioni economiche importanti per i lavoratori. Secondo la legge italiana, il lavoro durante queste festività ha un trattamento economico particolare, che varia a seconda del settore lavorativo.

E, allora, sarà così anche per Pasqua, verrebbe da pensare; invece, no. In linea generale, quindi al netto di contratti di categoria specifici, la domenica che celebra la Resurrezione di Gesù non è considerata un giorno festivo. Di conseguenza, non beneficia di alcuna retribuzione aggiuntiva né dà diritto a un ulteriore riposo. Come spiega il sito money.it, l’articolo legislativo di riferimento è il numero 2 della legge n. 260 del 27 maggio 1949, modificato con la legge n. 54 del 1977 che ha eliminato cinque voci.

Se un lavoratore è chiamato a fornire servizio durante Pasqua o Pasquetta, si configura come lavoro festivo, con il diritto alla maggiorazione per tale tipologia di lavoro. Tuttavia, il trattamento economico differisce tra impiegati e operai, in base ai rispettivi contratti collettivi nazionali (CCNL).

Per gli impiegati, la situazione è chiara: non vi sono giornate pagate in più per Pasqua, che coincide con la domenica. Tuttavia, per Pasquetta, che è un giorno lavorativo, spetta la normale retribuzione mensile. Per gli operai, le cose cambiano. Le festività di Pasqua e Pasquetta sono considerate come giornate di assenza giustificata dal lavoro, ma danno comunque diritto alla retribuzione. Questo significa che, per le due giornate di assenza dal lavoro, agli operai spetta un trattamento economico di festività rapportato a 1/6 della retribuzione settimanale.

Per esemplificare, se un operaio ha un contratto di 40 ore settimanali, avrà diritto a 8 ore di retribuzione per entrambe le giornate di Pasqua e Pasquetta, anche se non ha effettivamente lavorato in quei giorni. È importante tenere presente che le disposizioni specifiche possono variare a seconda del CCNL del settore di appartenenza.

Per coloro che invece lavorano effettivamente durante Pasqua e Pasquetta, si applica una maggiorazione nella busta paga. Gli impiegati ottengono la giornata pagata più una maggiorazione percentuale prevista dal CCNL per lavoro festivo. Gli operai, invece, ricevono la normale retribuzione oraria più una maggiorazione per la giornata festiva.

Anche i lavoratori in cassa integrazione hanno diritto alla retribuzione durante Pasqua e Pasquetta, che dipende dalla modalità della cassa integrazione: parziale o a zero ore.

Inoltre, la legge italiana stabilisce una serie di altre festività per cui il lavoratore ha diritto ad assentarsi e ottenere la retribuzione: il primo giorno dell’anno (Capodanno, 1 gennaio), l’Epifania (6 gennaio), l’anniversario della liberazione (25 aprile), il lunedì dopo Pasqua (Pasquetta), la Festa del lavoro (1 maggio), l’Assunzione della B.V. Maria (ferragosto, 15 agosto), Ognissanti (1 novembre), la Festa dell’Immacolata Concezione (8 dicembre), Natale (25 dicembre) e Santo Stefano (26 dicembre). Niente Pasqua, dunque.
Cosa significa questo, in soldoni? Significa che al lavoratore non spetta alcun tipo di extra nella busta paga del mese in cui cade la Pasqua proprio perché tale domenica non rientra nelle festività nazionali.

 

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