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Capelli si spezzano? I segni premonitori sulla possibile malattia

Lo stato di salute di pelle e capelli può dire molto sulle condizioni cognitive, tanto da essere il segnale di patologie gravi.

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I capelli e le loro condizioni sanno rivelarci moltissimo sullo stato di salute in cui si trova il nostro corpo. Ora, a quello che si sa fino a oggi, si aggiunge un nuovo studio che mette in relazione i cambiamenti della chioma con lo sviluppo della demenza senile e dell’Alzheimer. I risultati della ricerca sono particolarmente preziosi in quanto la prevenzione è fondamentale in questo tipo di patologie che possono così contare sulla diagnosi precoce.

Se, infatti, mancano ancora farmaci che siano capaci di fermare o rallentare la malattia, riconoscerla ai suoi esordi permette di tenere sotto controllo i suoi sintomi. Anche capelli e pelle, in particolare, possono fornire informazioni utili per individuare eventuali segnali premonitori della comparsa di Alzheimer. Pubblicata sulla rivista specializzata ‘Clinical, Cosmetic and Investigational Dermatology’, la ricerca si è concentrata su pelle, capelli e unghie.

La comparsa della demenza senile e del morbo di Alzheimer, secondo quanto emerso, sarebbe connessa allo sviluppo di lesioni cutanee e alterazioni di capelli e unghie. Attenzione, quindi, nel caso si riscontrino piaghe, ferite sulla pelle – anche dovute a traumi causati da un’andatura incerta –, escoriazioni o micosi. E ancora, unghie fragili e capelli che cadono o si spezzano con frequenza e con una facilità insolita.

Tali problemi sarebbero da ricondurre a una mutazione genetica che altera le condizioni della pelle arrivando anche a determinare il cambiamento di colore dei capelli e ad aumentare il rischio di sviluppare tumori cutanei. I numeri sono consistenti: il 70% dei soggetti con Alzheimer diagnosticato parla di capelli che si spezzano con estrema facilità e non riescono a ricrescere.

La ricerca merita a questo punto ulteriori approfondimenti e se questi confermassero i dati già raccolti, si aprirebbero nuove prospettive di diagnosi in grado di migliorare la qualità della vita dei pazienti che soffrono di patologie connesse al decadimento cognitivo.

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