Catalogate 11 nuove tipologie di nubi

Le nuove tecnologie e l'attitudine umana a scrutare il cielo arricchiranno L’Atlante Internazionale delle Nubi con undici nuove nuvole

3 Aprile 2017
Fonte: Pixabay

Non è nota a tutti l’esistenza de “L’Atlante Internazionale delle Nubi“: un archivio di immagini e studi sul cielo creato nel 1896. Per decenni ha aiutato i meteorologi a capire che tipo di perturbazioni fossero associate alla nuvola che si poteva osservare. Un metodo di predire le condizioni atmosferiche forse un po’ datato ma comunque solido.

Da oltre trent’anni L’Atlante non veniva aggiornato con nuovi tipi di nubi. Nel 2017, verranno invece introdotte undici nuove immagini di nuvole che non possono rientrare nelle categorie pre-esistenti. La recente scoperta di questi fenomeni si deve prima di tutto all’accessibilità maggiore di strumentazione fotografica.

Asperitas e le altre

Asperitas è probabilmente la nuvola più interessante che il nuovo Atlante ritrae. Il fondatore della Cloud Appreciation Society Pretor-Pinney la descrive così: “assomiglia a una serie di onde turbolente che risaltano leggermente sul cielo. È come se stessi guardando l’oceano dal basso”. Si tratta dunque di una nuvola che copre interamente il cielo ma che lascia spazio a squarci di azzurro.

Fra le altre undici nubi che saranno poi incluse nell’Atlante 2017 ci sono poi ‘fluctus’ e ‘cavum’. Se vi state chiedendo perché si debba perdere tempo a fotografare e dare nomi alle nuvole, questa è la risposta di Pinney: “Per imparare il nome delle differenti caratteristiche riconoscibili bisogna essere in armonia con il cielo. Questa attività si contrappone allo stress del mondo digitale: quando fissi il cielo, ti distrai dalle incombenze quotidiane”.

La svolta tecnologica nel Cloud-Watching

Il ritorno al successo del cloud watching si deve innanzitutto all’accessibilità della tecnologia fotografica. Gli smartphones hanno cambiato la nostra esistenza sotto molti punti di vista. Fra le attività che possiamo fare in ogni momento c’è quella di scattare fotografie. Da sempre l’essere umano ha un’attitudine a scrutare il cielo per sentirsi in pace (secondo quanto affermato da Pinney). Quest’attitudine coadiuvata dalle nuove tecnologie e dall’esigenza di ritrarre le immagini che ci lasciano una sensazione di benessere ha fatto in modo che l’Atlante venisse arricchito.

Il 2017 è un anno di cambiamento anche per un’altra ragione. L’Atlante, per la prima volta nella sua storia, verrà infatti pubblicato interamente in digitale. Una copia cartacea sarà comunque disponibile, ma chi volesse approfittare della versione più economica può approfittarne per avvicinarsi al Cloud-Watching.

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