La cronaca di queste ore, purtroppo, ci racconta dell’ennesima catastrofe naturale che ha investito il nostro Paese. Le immagini che arrivano dalle Marche, infatti, mostrano interi centri abitati completamente distrutti da valanghe di acqua, fango e detriti. I volontari e gli operatori sono alle prese con i primi interventi più urgenti e migliaia sono già gli sfollati. Perché la natura, non mostra pietà, né per esseri umani né per gli animali, con vittime innocenti che col passare del tempo vanno ad aggravare un conto doloroso.
E la domanda che sorge spontanea è: si poteva evitare tutto ciò? Di certo, incuria e ritardi negli interventi di messa in sicurezza rendono ancora più fragile un territorio che soffre i cambiamenti climatici. Il risultato sono eventi estremi il cui impatto, lo vediamo, può essere davvero disastroso. In queste situazioni diventa, quindi, preziosissima la catena di solidarietà che si mette in moto per recuperare le persone in difficoltà e anche gli amici a quattro zampe.
Sono gli “Angeli del fango” – come li definisce l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) – al lavoro in condizioni drammatiche anche per gli animali. «Speriamo che il Comune di Senigallia allestisca una nuova struttura in un luogo adatto, poiché avere una struttura di quel genere accanto al fiume è già follia, ma non aver trovato una soluzione in quasi 10 anni […] C’è tanto da costruire e ricostruire per aiutare e chiediamo a tutti di darci una mano», osserva Luana Bedetti dell’Oipa.
Ma esistono aree del mondo in cui, nonostante il climate change, è più sicuro vivere? La risposta arriva dall’International Disaster Database. Ebbene sì, ci sono cinque Paesi che sarebbero al riparo da eventi catastrofici di origine naturale. La classifica – stilata sulla base dei disastri naturali da inizio XX secolo a oggi – vede in vetta l’Estonia, seguita da Qatar, Bahrein, Emirati Arabi Uniti e Andorra. In queste regioni, infatti, nell’arco di tempo considerato, non sono avvenuti né terremoti, né alluvioni o altri cataclismi.
