Sembra incredibile ma è vero: la Chapecoense è stata multata (e ha avuto partita persa) per non essersi presentata alla sfida del campionato brasiliano con l’Atletico Mineiro. La gara era in programma il 1 dicembre, pochi giorni dopo il disastro aereo in Colombia nel quale hanno perso la vita 71 persone. Anche per la società di Belo Horizonte, che a sua volta non ha mandato in campo i suoi giocatori, sono arrivati 30mila dollari di multa (circa 28mila euro) e la sconfitta per 0-3 a tavolino: a stabilirlo è stato il Tribunale brasiliano di Giustizia Sportiva.
Il match, va osservato, sarebbe stato tra l'altro del tutto inutile ai fini del regolare svolgimento del torneo, visto che sia l’Atletico Mineiro – matematicamente quarto in classifica – che la Chapecoense – avevano già conquistato il diritto a partecipare alla prossima Copa Libertadores.
Il 31enne difensore Neto, uno dei pochi sopravvissuti (solamente sei), è stato intanto risvegliato dal coma farmacologico e continua a chiedere a tutti il risultato della partita che lui e i suoi compagni avrebbero dovuto giocare, la storica finale della Copa Sudamericana con il Nacional Medellin, che ha poi cavallerescamente lasciato il trofeo allo sfortunato club brasiliano.
La psicologa che segue Neto però ha sconsigliato per il momento di raccontargli la verità e che cosa sia successo in quella tragica notte: emotivamente, ha riferito la specialista, sarebbe uno shock troppo forte.
L’uomo, che non ricorda nulla dell'incidente, tra l'altro non si capacita delle profonde ferite riportate e del perché si trovi in un letto di ospedale.
Nei giorni scorsi un altro dei miracolati è tornato a camminare nell'ospedale di Medellin dove è ancora ricoverato: si tratta di Alan Ruschel, che ha rimediato una serie di fratture e che sta procedendo con la riabilitazione.