Che Tempo che Fa, Pietro Bartolo a Fazio: “Perseguitato dagli incubi”

Pietro Bartolo ospite nel salone di Fabio Fazio, ha confessato il suo impegno con i migranti, la lotta, le morti e gli incubi continui

2 Ottobre 2016
Fonte: Facebook

Che tempo che fa torna nel vivo con tanti nuovi ospiti e argomenti che faranno discutere. Questa sera fra gli ospiti di Fabio Fazio nel salotto di Rai Tre, Pietro Bartolo. Il medico di Lampedusa, protagonista del film candidato all’Oscar, Fuocoammare, di Gianfranco Rosi, ha deciso di raccontare la sua esperienza con i migranti e il suo impegno per aiutare le persone che ogni giorno a centinaia sbarcano sulle coste italiane.

Il medico è diventato un simbolo dell’Italia che accoglie, di coloro che non rimangono indifferenti all’immane tragedia degli sbarchi e che restano umani nonostante tutto. Pietro Bartolo ha raccontato la sua straordinaria storia di uomo e di medico nel libro ”Lacrime di sale”, edito da Mondadori e scritto con la giornalista Lidia Tilotta. Bartolo è tornato a parlare degli sbarchi e della tragedia che si consuma a Lampedusa, sottolineando come sia impossibile non accogliere persone che hanno perso tutto e cercano solo una mano che gli aiuti. “Arrivano che non si reggono in piedi” ha spiegato, rivelando di essere rimasto sconvolto dalla tragedia del 3 ottobre 2013 quando morirono ben 368 migranti.

Quella sera ero in banchina” ha raccontato, lasciandosi travolgere dall’emozioneQuel giorno ha segnato la mia vita”. Pietro Bartolo ha rivelato di essersi sentito sovrastato da tanta sofferenza e da quelle morti che nessuno era riuscito ad evitare. “Vedere tanti morti, tanti bambini è stata una sofferenza enorme. Ancora oggi ho gli incubi”. La forza di continuare a fare quello che fa sempre, aiutare gli altri, è arrivata grazie ad un piccolo miracolo. Il suo nome è Kebrat: lei è infatti la ragazza sopravvissuta miracolosamente al naufragio del suo gommone. Tutti credevano fosse morta, ma il suo cuore batteva ancora e Pietro Bartolo è riuscito a salvarla, rianimandola e ritrovando anche lui la speranza.

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